Il Large Hadron Collider (LHC, un mezzo per far passare spese militari nel bilancio civile
DI DOMENICO CHIRICO
Etleboro
“Senza energia l’uomo, semplicemente, non esiste”.
Mark Twain
E’ stato definito il più importante esperimento della scienza contemporanea, l’esperimento che ci porterà tra le stelle, quello dell’acceleratore di particelle del CERN. L’istallazione del Large Hadron Collider (LHC) permetterà di raggiungere forme di energia mai conosciute prima, con la finalità di scoprire proprietà della materia finora teoriche, almeno per i cosiddetti scienziati ufficiali come Rubbia. Il mondo intero si è fermato attonito dinanzi allo spettacolo di una macchina dalla mole impressionante, senza proferire parola, anche perché la maggior parte delle persone non ha le conoscenze scientifiche necessarie per esprimere un parere, se non ripetere a pappagallo ciò che ha sentito nei servizi del Tg1 e “Studio Aperto” sulle interviste improvvisate. In realtà, per chi ha memoria, questo sembra un film già visto, ed è altamente probabile che le finalità di questi esperimenti vadano al di là di quelle preposte, esattamente come avviene per tutti quegli esperimenti ad uso “civile”.
Un esempio su tutti è l’ITER, il progetto internazionale che avrebbe realizzato la fusione termonucleare. In un’ intervista rilasciata nel dicembre del 2005, Emilio del Giudice dichiarò il suo fermo punto di vista sull’ITER: “È uno dei mezzi surrettizi per far passare spese militari nel bilancio civile. Non a caso i paesi che già hanno la bomba all’idrogeno non investono nella fusione calda. Perché un reattore a termo-fusione offre un modo per studiare, senza destare sospetti, come si comporta un plasma di neutroni. Perché occorre sapere che non esiste una teoria matematica che spiega la bomba H, ma esistono una serie di “ricette” che hanno bisogno della messa in pratica per sapere se funzionano o meno. All’inizio hanno investito molto gli Stati Uniti, la Russia e la Gran Bretagna, fino al momento in cui hanno realizzato la bomba H. Da quel giorno in poi hanno perso l’interesse. A chi interessa invece ancora molto? Al Giappone e ai paesi europei, appunto, a quelli cioè che non hanno ancora l’ordigno a idrogeno. Quando avranno raggiunto lo scopo prefissato si disinteresseranno a loro volta degli eventuali benefici civili.”
Sembrano considerazioni logiche che possono ragionevolmente essere applicate all’istallazione del CERN, analizzando la questione sulla base delle informazioni sinora disponibili. Facciamo dunque il punto della situazione. Sappiamo innanzitutto che l’ LHC è costituito da oltre 1600 magneti superconduttori raffreddati ad una temperatura prossima allo 0 assoluto, cioè vicino al limite fisico dei –273,15 °C. L’impianto criogenico di LHC è il luogo massivo più freddo e più grande del mondo. Per permettere ai protoni di muoversi liberamente lungo il loro tracciato, il tunnel deve essere necessariamente portato in condizioni di vuoto assoluto. Tra gli scopi principali degli studi vi è quello di cercare, fra queste particelle, tracce dell’esistenza del bosone di Higgs (che diversifica e attribuisce la massa alle altre particelle) e di nuove particelle. Questo consentirà anche di scoprire l’energia e la materia oscura, che costituiscono il 95% dell’universo, nonché di rilevare se esistono dimensioni ulteriori alle tre spaziali e quella temporale, confermando la “Teoria delle Stringhe” ( si veda Fisica subatomica: la teoria delle stringhe ).
In prossimità dell’apertura in data 10 Settembre dell’impianto, numerose sono state le polemiche da parte di numerosi scienziati sull’eventualità di formazioni di buchi neri che avrebbero distrutto il pianeta, tanto da chiedere persino l’intervento della Corte Europea, che prontamente ha respinto queste polemiche. Non è dato sapere attraverso quali criteri i giudici sono arrivati a formulare una sentenza, dato che le affermazioni di entrambi gli schieramenti non sono altro che teorie, tanto che per confermarne alcune è stato costruito proprio l’LHC. Il punto è che certamente l’impianto è stato costruito a fronte di una spesa di miliardi di euro e certamente non può essere inutilizzato. Considerando il punto di vista economico, ci si può sbizzarrire con le diverse teorie accusando finanziatori e finanziati, soprattutto in un periodo di recessione come quello attuale, ma parlandone non si farebbe altro che cadere nell’ovvietà e nel qualunquismo sebbene le riflessioni possano ritenersi più che valide. Semmai è più interessante analizzare la questione scientifica e le contraddizioni in esse preposte: si cercano particelle sebbene esse non esistano, al di là di una “dualità quantistica” solo apparente, in virtù del fatto che tutto è costituito da onde d’energia in continua propagazione che si presentano come particelle solo all’atto di osservarle.
Essendo le proprietà dedotte dalla fisica quantistica più che accettate, la Teoria delle Stringhe è di fatto più che valida, anche se è bene notare che le “sole” 11 dimensioni, sono il frutto di una conoscenza limitata dell’universo, in conformità ai parametri immessi nel set di equazioni. E’ giusto far notare che col progressivo incremento della conoscenza e di nuove forze ed energie, le equazioni verrebbero nuovamente riviste e le dimensioni rilevate ancora più numerose. La teoria verrebbe notevolmente ampliata, ma nei fatti non si giungerebbe ad una “nuova teoria” sull’universo, né a delle conoscenze eccezionalmente diverse rispetto a quelle già sappiamo. Resta il dato di fatto che l’universo è UNO, e tutto è connesso: nella sua totalità non può che essere considerata una singolarità (matematica) al pari del centro di un buco nero (in cui parametri come gravità e dilatazione temporale vanno all’infinito) e quindi tutto ciò che lo caratterizza non può che tendere all’infinito (ivi comprese il numero delle dimensioni). Inoltre, è noto che la genesi della materia avviene nel vuoto, e ciò è stato rilevato per via sperimentale anche in ambito ufficiale (anche se il senso di tale significato non è ancora noto): non c’è alcun Big Bang, né primi istanti da rilevare.
Mettendo dunque da parte le motivazioni di “curiosità scientifica” dei finanziatori miliardari del progetto, la vera particolarità sta nell’impianto e nelle condizioni ambientali a cui esso porta. Chi avrà raccolto informazioni sulla Free Energy, avrà sicuramente sentito parlare dello ZPE (Zero Point Energy), ma non tutti hanno ben compreso a cosa fa riferimento. Quegli scienziati che in quasi completa segretezza sperimentano sulla Free Energy, hanno rilevato lo stato minimo di energia di un sistema quantistico, solo in un ambiente con due caratteristiche principali vuoto assoluto (o quasi) e temperatura zero assoluto (o quasi). Due condizioni che ritornano all’interno dei tunnel dell’LHC, in cui viaggiano i fasci di protoni e in cui quindi avvengono le fluttuazioni quantistiche che generano coppie di particelle e di anti-particelle. Non esiste un Big Bang, un inizio del tempo e dello spazio né tanto meno una fine; l’universo è costituito a livello puntuale e nella sua totalità da vibrazioni di energia, di cui l’etere teorizzato da Tesla è solo la punta dell’iceberg. Ogni luogo dell’Universo ha in sé le proprietà di generare energia e materia, non ha bisogno di alcuna esplosione primordiale. Le leggi che regolano la free energy sono semplicemente la componente costruttiva in antitesi ai processi termodinamici che portano al degrado di qualunque sistema, ed esse convivono in perfetto equilibro. Ogni essere vivente vive nel luogo delle infinite possibilità dove le risorse sono illimitate, è questo il più grande segreto, ciò che porta alla fine di qualunque monopolio e di qualunque ricatto. E’ difficile comprendere le finalità ultime, ma sicuramente isolano nella loro totalità, da quelle preposte. Ancora una volta la verità sulle sperimentazioni e i loro risultati apparterranno come sempre ad una piccola elite e alla gente comune andranno solo le briciole, quel tanto che basta per giustificare le spese sostenute agli occhi dell’opinione pubblica.
Ing. Domenico Chirico
Fonte: http://etleboro.blogspot.com
Link: http://etleboro.blogspot.com/2008/09/il-cern-e-le-ceneri-della-scienza.html