di
Felice Capretta
Stancamente l’estate inizia a portare il deserto sulle colonne dei giornali, che presto inizierà ad essere riempito con le notizie più interessanti, tipo cane morde bambino e simili.
Poco spazio viene invece dato alla drammatica situazione economica della California, che, lo ricordiamo, ha da sola un PIL pari a 1,8 trilioni di dollari, superiore a quasi tutti i paesi del BRIC e a molti altri grandi paesi: Russia, Brasile, Canada e Spagna si fermano intorno a quota 1,6 trilioni, India 1,2 trilioni.
Già.
“Everybody’s gone surfing, surfing USA” cantava una vecchia canzone dei Beach Boys, famoso gruppo di stanza in California.
Come gli affezionati lettori ben sanno, ormai le note spiagge californiane si affacciano su un mare di debiti. Se guardate bene potete vedere il governatore Schwarzenegger fare surf su una grande onda di cambiali.
Già, perchè come intitolavamo qualche tempo fa citando nientemeno che il governatore, la California era a un passo dal default.
Si trattava di 14 giorni, per la precisione. Con un lieve ritardo siamo arrivati al dunque.
Le casse dello stato sono vuote.
Non ci sono più soldi.
In un disperato tentativo di sopravvivenza, lo stato ha deciso di emettere cambiali al 3,7% con scadenza Ottobre, dopo l’estate…
IOU si chiamano queste cambiali con un asettico acronimo che sta per “I Owe You”, ovvero “Paghero’”.
Fin qui, niente di particolarmente nuovo, più lettori hanno segnalato la cosa tra i commenti.
Una organizzazione ridotta in bancarotta dal debito cerca di salvarsi emettendo altro debito.
Anche questo non è nuovo, ma strappa sempre un sorriso caprino.
Ora, il misero stratagemma dell’emissione di altro debito poteva anche funzionare per qualche settimana, finchè si trovava uno straccio di banca disponibile a scontare queste cambiali e convertirle in denaro liquido. La banca che accetta l’IOU, in questo scenario, si assume infatti il rischio di insolvenza: paga i paghero’ californiani sperando che lo stato poi paghi.
La scorsa settimana Bank of America, JPMorgan Chase & Co., Citigroup Inc. and Wells Fargo & Co hanno deciso che non convertiranno più le cambiali californiane.
Chiuso, stop. Niente più denaro in cambio di carta, dicono i banksters.
Qualcuno ha tentato di creare delle piattaforme di scambio degli IOU su Internet, qualcuno ha cercato di piazzarli su Ebay, ma la SEC ha vietato questa pratica. Questo perchè gli IOU sarebbero titoli e per essere scambiati devono essere assoggettati alle leggi federali sul trading.
Secondo il Controller della California, John Chiang, questo mese sarà necessario emettere circa 3 miliardi di dollari di IOU. In mancanza di questo, potrebbe essere impossibile per la California prendere in prestito il denaro che serve per pagare i suoi creditori fino alla prossima raccolta fiscale.
Vale a dire… default.
Tanto più che Finch lunedì scorso ha abbassato il rating del debito californiano da A- a BBB.
Raccolta fiscale che, peraltro, nel primo quadrimestre del 2009 cadeva in California di oltre il 30%.
Quello che si sta dunque aprendo in queste ore è il primo giorno senza il supporto delle grandi banche agli IOU californiani dopo questo lungo weekend di chiusura forzata degli uffici pubblici.
Stiamo a vedere.
Intanto GM è uscita dalla bancarotta e si appresta a ripartire, con l’obiettivo dichiarato di restituire il malloppo. Riusciranno certamente nell’impresa, con un mercato dell’auto in drammatica crisi e senza spiragli di ripresa.
Per concludere, Bloomberg ci informa che in Cina le esportazioni sono diminuite del 21% in Giugno. Il 21,4% in meno, per la precisione, rispetto al Giugno 2008.
Leggermente meno peggio del 26,4% in meno a Maggio rispetto al maggio precedente.
Si tratta del più lungo declino dal 1995-1996.
Le importazioni sono cadute del 13%, un valore comunque inferiore alle aspettative.