DI

ANTONELLA RANDAZZO

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Quando il giornalista Carlo Vulpio vide una targhetta su una fontana pubblica che diceva “A Falcone e Borsellino, martiri d’Italia” si chiese: “i martiri ci sono, ma l’Italia?”.
Si tratta di una battuta tutt’altro che sciocca: che paese è oggi l’Italia? Sappiamo chi lo colonizza (si veda http://www.disinformazione.it/italia_colonia.htm), sappiamo chi lo saccheggia, ma sappiamo come lo vorremmo?
Il sistema imposto all’Italia è lo stesso della maggior parte dei paesi del mondo: un sistema politico partitico e un sistema economico-finanziario dominato da chi detiene il controllo internazionale di tale assetto.
Oggi proliferano i siti che dicono peste e corna di Berlusconi. Poche persone, anche qui nel milanese, hanno il coraggio di prendere apertamente le parti di un capo di governo con parecchi scheletri nell’armadio e, nonostante l’età, dedito più al sollazzo che alle tante cose serie di cui dovrebbe occuparsi.
I giornali stranieri si chiedono come mai gli italiani sopportano una situazione del genere, diffondendo una propaganda non certo disinteressata.
E’ noto che l’idillio con la Russia è maldigerito da Washington, e che per questo è stato creato il putiferio di bassa lega delle Escort e della presunta pedofilia.
L’amore di Berlusconi verso la Russia è evidentemente interessato, e non si tratta soltanto di avvantaggiare gli affari dell’Eni. Qualcuno ha dimenticato che, già nel 2005, Berlusconi “amoreggiava” col leader russo per firmare a Mosca l’esclusiva pubblicitaria della Publitalia. E scusate se è poco.
Ma è proprio vero, come è stato detto, che gli italiani in fondo sostengono Berlusconi?
La risposta è data dalle cifre tratte dalle ultime elezioni, dalle quali emerge che la maggior parte degli italiani non vuole né Berlusconi né altri politici corrotti.
Qualche giornalista più attento, come Luca Ricolfi (1), ha notato che gli astensionisti sono stati una quantità che potrebbe costituire un grande partito. Egli notò che se il corpo elettorale è costituito da 50 milioni di elettori, e FI avrebbe preso il 22-23% dei voti validi, e i Ds il 14-15%, FI sarebbe al suo minimo storico (il 21,1% della «discesa in campo» del 1994), e i Ds al di sotto dei due minimi storici toccati nel 1992, ai tempi di Occhetto (16,1%) e di Veltroni (l6,6%). Ricolfi conclude che “il bipartitismo si e’ incagliato”.
Se consideriamo il livello alto di astensionismo, le cifre calano ancora di più. L’intera coalizione del Pdl, che ha preso il 35% dei voti, dal 67% degli elettori, ha avuto consensi (rapportati alla percentuale dei votanti) che non arrivano al 24%.
Questo significa che la grande coalizione di destra in realtà non avrebbe l’appoggio di ben il 76% degli italiani che hanno diritto al voto.
Che razza di democrazia è quella che dà potere a personaggi che la maggior parte della popolazione non vuole?
Considerato che il sistema utilizza tutte le armi possibili per assoggettare le persone e farle adattare ai “giochi” politici, ovvero per indurle a votare i due grandi schieramenti, occorre notare che ci sarebbe da essere ottimisti. Infatti, nonostante il regresso culturale, il degrado della scuola, la massiccia disinformazione e la mistificazione politica, stando ai dati delle ultime elezioni, ben oltre il 60% degli italiani non appoggia i grossi schieramenti. Di fatto, viene impedito che questo 60% di elettori si rivolga a persone di fiducia, dato che il sistema è congegnato in modo tale da dare rilievo soltanto a personaggi scelti dal gruppo egemone. In altre parole, anche se questo 60% volesse essere compatto nella scelta non potrebbe, perché soltanto una percentuale minima si avrà modo di informarsi su siti Internet indipendenti, la maggior parte si informerà alla Tv. Molte di queste persone, disgustate, o non voteranno oppure voteranno piccoli partiti.
Fa parte del sistema, dato che si vuole avallare il bipartitismo, millantare consensi inesistenti. Berlusconi millantava un 75% di consenso nazionale, ma sapeva benissimo qual era la verità e per alzare il numero di elettori a suo favore, non sapendo cosa fare, ha messo in mostra diverse “gnocche” del suo panorama mediatico, sperando che gli italiani si facessero guidare dagli istinti più che dal cervello.
All’estero ridono di noi, siamo diventati lo zimbello dell’Europa, perché il governo millanta un improbabile sostegno da parte della maggior parte degli italiani.
Chiediamoci: chi vota per Berlusconi? In Italia c’è il 10% di persone molto ricche, che ha una sua rappresentanza sindacale e interesse a votare per lui o per i suoi consimili; poi ci sono quelli che lavorano per lui, e quelli che tifano Milan (esistono anche quelli che lo votano soltanto perché è il presidente della squadra), ci sono i “cortigiani interessati” e poi ci sono i mafiosi. Molti sanno che a lungo FI è stato il partito dei mafiosi.
Non dimentichiamo, ad esempio, che nel 2001 Berlusconi vinse in Sicilia 61 collegi su 61 (2), un trionfo impossibile senza appoggio della mafia, a meno che non si creda che la mafia e la politica in Sicilia non abbiano connessioni. Come disse Bossi a un convegno della Lega (1998), “la Fininvest è nata da Cosa Nostra (e Berlusconi è) l’uomo di Cosa Nostra”.
Milioni di persone non hanno votato. Molte di queste persone lo hanno fatto perché comprendono che la politica è ormai un circo, in cui si cerca di attrarre con veline, divette o personaggi che cercano di convincere promettendo tutto a tutti. Ma risulta chiaro che tale sistema è come una gabbia da cui bisogna uscire.
Se aggiungiamo alla percentuale dei non votanti la percentuale di schede annullate di certo avremmo un dato molto significativo. Tutto questo vuol dire che l’attuale sistema politico non permette alla maggior parte delle persone di poter avere un peso politico, Di fatto, quelli che contano sono soltanto coloro che controllano i partiti più grossi, potendo continuare a mantenerli tali in virtù del loro potere finanziario e mediatico. In poche parole, queste persone continuano a primeggiare, alla faccia della libertà e della democrazia, ovvero a danno della maggior parte degli italiani che non li sostiene.
Molti hanno capito che i Partiti sono l’espressione politica del potere del gruppo egemone. Le classi inferiori e le classi medie non hanno veri rappresentanti politici. E questo si vede: le leggi sul precariato lavorativo stanno sempre più peggiorando la condizione dei lavoratori, i salari sono sempre più bassi, la sicurezza sul lavoro è pressoché inesistente a causa del risparmio ad oltranza, e i servizi pubblici destinati ai comuni cittadini – scuole, ospedali, ecc. – sono caduti nel più misero degrado.
Siamo il paese in cui la media dei guadagni è la più bassa d’Europa, ma abbiamo uno degli uomini più ricchi d’Europa. Vuol dire che siamo costretti ad accettare un assetto iniquo nella distribuzione del reddito. E tale situazione rimarrà finché avremo questo sistema politico.
In tale sistema, la maggioranza di persone che andrà a votare sarà costituita da inconsapevoli del vero significato dei partiti e dal gruppo assai meno numeroso di coloro che comprendono il sistema ma tutelano interessi personali, appartenendo alla classe ricca.
Una fetta sarà costituita da quelli che sono abbastanza consapevoli e vanno a votare credendo nelle piccole formazioni politiche, sperando in un miracolo, dato che queste formazioni non potranno mai estendersi più di tanto, non avendo mezzi finanziari e mediatici tali da poter competere con le grandi formazioni politiche.
E ci saranno gli astensionisti, un “partito” che sarà sempre più esteso, a testimoniare l’inesistente democrazia.
Una democrazia, quella italiana, impedita in tutti i modi possibili.
Come molti sanno, per realizzare il “Piano di Rinascita democratica” e impedire una vera democrazia, è stato scelto Silvio Berlusconi, un affarista senza scrupoli, capace di mentire con la stessa naturalezza che ha nel respirare. E’ risaputo che sin dal 1963, la sua attività imprenditoriale veniva finanziata da società svizzere, come la Financier und Gesellschaft für Residenzen Ag o la Aktiengesellschaft, che riciclavano denaro mafioso.
Egli investì quel denaro in costruzioni a Brugherio (Mi) e costruendo a Segrate (Mi) una città-satellite chiamata Milano 2. La vendita di queste costruzioni fu un fallimento, ma Berlusconi aveva importanti appoggi mafiosi e politici, che gli permisero di vendere molti immobili ad enti parastatali, come l’Enpam. Grazie alla “fratellanza massonica” e agli amici in odore di mafia, egli poté intascare parecchio denaro. Addirittura, nel 1987, l’Enpam, presieduto dal piduista De Lorenzo, acquistò un intero condominio di Milano 3, e l’anno successivo comprò un altro complesso immobiliare sempre a Milano 3. Non contento di ciò, Berlusconi vendette altri immobili ad altri enti parastatali, grazie all’appoggio di altri “fratelli”. Vendette ogni genere di immobili all’Enasarco, all’Enpas, all’Inadel, all’Inail, ecc.
Nell’inchiesta “Mani pulite” emergerà che questi acquisti immobiliari erano accompagnati da tangenti.
Nel 1992 scoppia lo scandalo “Palazzi d’oro” che svelava un giro losco di tangenti pagate dai palazzinari ai dirigenti degli enti parastatali per acquistare gli immobili. Nel 1993 fu arrestato il vertice dell’Enpam, che aveva intascato diverse mazzette. Fra gli indagati c’era anche Paolo Berlusconi, fratello di Silvio.
Ma i Berlusconi non si limitavano a pagare mazzette per vendere i loro palazzi ad enti pubblici, si occupavano anche di altri affari illeciti. Spiega il giornalista e scrittore Mario Guarino: “La Edilnord (società di Berlusconi) produceva anche “fondi neri” di miliardi destinati al gruppo Fininvest: riserve di denaro illecito ottenute medianti frodi fiscali nelle compravendite, e utilizzate proprio per pagare tangenti”. (3)
La Fininvest srl è una società fondata a Roma nel 1975 da due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro “infiltrata dalla P2”, (4) Saf e Servizio Italia. Diversi pentiti di mafia confessarono che i capitali che Berlusconi utilizzava per l’imprenditoria televisiva della Fininvest erano soldi di Cosa Nostra riciclati.
Allo stesso tempo però Berlusconi ci teneva ad apparire ben diverso rispetto a quello che era. Voleva che tutti lo vedessero come un imprenditore che doveva il suo successo alle sue capacità e non al denaro mafioso e ai sostegni massonici. Avendo sempre più controllo mediatico, Berlusconi riuscì a crearsi un’immagine falsa di imprenditore di talento e persona in gamba.
Un personaggio come lui era un perfetto politico capace di nascondere anche intrallazzi gravissimi, e di negare anche l’evidenza.
Il “miracolo italiano” di Berlusconi, come molti sanno, fu un miracolo mafioso e massonico.
Nel 1981 il mensile della Rizzoli “Capital”, dedica la copertina a Berlusconi, con un titolo che fa pensare proprio ad un “miracolo” fatto dall’abilità imprenditoriale: “Berlusconi: partire da zero”. L’articolo rafforzava l’immagine truffaldina dell’imprenditore che diceva di essere partito soltanto con “10 milioni”, occultando l’esistenza di finanziarie svizzere, di società create da prestanome e di finanziarie della Bnl. L’articolo era corredato da una foto che ritraeva Berlusconi con la moglie Carla. Un bel quadretto di famiglia, peccato però che c’era già almeno un’amante, ovvero l’attricetta Veronica Lario, che avrebbe sposato anni dopo.
Sono cose che oggi molti sanno, ma non molti ancora sanno che c’era una vera e propria ragnatela di affari sporchi, che non riguardava solo Berlusconi.
Spiega Mario Guarino: “La ragnatela berlusconiana di infiltrazioni e corruttele all’interno del sistema dei partiti si è basata sulle peculiarità proprie del gruppo Fininvest: la smisurata disponibilità di denaro e di “fondi neri”, l’enorme potere mediatico delle sue Tv, l’intrico societario del gruppo comprensivo di propaggini estere domiciliate nei paradisi fiscali, e un “gelido machiavellismo” di matrice piduista. Una ragnatela che ha trovato terreno fertile nelle specificità, tutte italiane, di una classe politica estesamente corrotta, di una criminalità finanziario- imprenditoriale diffusa, e di una magistratura compiacente e collusa – cioè la realtà di Tangentopoli emersa all’inizio degli anni Novanta attraverso la breve stagione dell’inchiesta di Mani pulite. Inchieste attivate da quella stessa magistratura milanese che nel 1981 aveva ‘scoperchiato’ la Loggia gelliana” .(5)
Non si trattava di “fare pulizia” eliminando completamente i fenomeni criminali emersi, ma soltanto di far crollare il vecchio sistema politico incentrato sulla Dc. Infatti, i media criminalizzeranno soprattutto gli esponenti dei vecchi partiti, compreso Craxi e compari, ma non sarà distrutto il sistema di criminalità finanziario-imprenditoriale, che ad oggi ricicla denaro mafioso impunemente e impone un potere politico mafioso e corrotto.
Il vecchio sistema partitico è rimasto intatto: fatto di personaggi scelti proprio per la loro capacità di truffare gli elettori e di perpetuare il teatrino politico esibendo nuovi “spettacoli” vuoti e privi senso.
La “sinistra” che ha demonizzato ampiamente Berlusconi è la stessa che lo ha sostenuto e ha fatto affari con lui. Ad esempio, D’Alema, all’epoca segretario del Pds, a metà degli anni Novanta entrò in affari con Berlusconi. Si trattava di affari editoriali, contratti multimilionari.
Nel gennaio 1994 nasce Forza Italia, come un movimento politico fondato da Silvio Berlusconi.
In realtà dietro questa ridicola formazione, priva di un vero nucleo di valori al di là del diktat ultraliberistico, ci sarebbe il gruppo di potere e le sue organizzazioni mafiose e massoniche. Lo stesso Umberto Bossi, nel libro “Tutta la verità”, spiega: “Berlusconi è la materializzazione di un sogno antico, accarezzato da quel tale Licio Gelli… Andate a rileggervi il Piano di Rinascita… Forza Italia è un partito tutt’altro che nuovo, è la riedizione – con lo stile e i mezzi degli anni Novanta – delle “premonizioni” gelliane. Al pari della Loggia P2, il partito berlusconiano è un’invenzione di uomini di potere, una creatura costruita in laboratorio e messa in circolo attraverso il monopolio televisivo privato… La P2 era nata per tutelare grandi interessi affaristico-massonici attraverso il diretto controllo del potere politico e dei corpi dello Stato; Forza Italia nasce allo scopo di preservare il potere politico-affaristico del gruppo Fininvest e delle “entità” che lo hanno generato, non più tutelati dall’asse di ferro Dc-Psi”. (6)
Ma, tanto per capire la logica perversa dei partiti, Bossi, leader della Lega Nord, nel 2000 ritorna dal vecchio alleato piduista, in cambio di un fido di due miliardi presso la Banca di Roma. (7)
Sin dall’inizio, Forza Italia viene spacciato per una creazione politica nuova in un panorama “vecchio”. In realtà l’intento era quello di riproporre il “vecchio” in una nuova salsa, sfruttando l’immagine falsa di Berlusconi come imprenditore di grande talento. Molti capivano che non c’era nulla di nuovo. Lo stesso Craxi, nel 1995, ebbe a dire: “Quando Berlusconi si presenta in veste di giudice o addirittura di vittima del vecchio sistema, strappa un sorriso in chi è di buonumore”. (8)
Il giornalista Eugenio Scalfari scriverà: “Non è un mistero per nessuno che molto prima della nascita di Forza Italia, esistesse un vero e proprio partito “Fininvest” nel Parlamento italiano, composto dal 90 per cento (a dir poco) dei parlamentari socialisti, di tutto il groppone doroteo e forlaniano della Dc, da consistenti fazioni socialdemocratiche, repubblicane, liberali e missine, tenuti tutti insieme dalle generose elargizioni berlusconiane per impedire che il Parlamento varasse una legge a tutela della concorrenza televisiva contro l’oligopolio tra Rai e Fininvest… Quell’illecito, reiterato e amplissimo finanziamento stava dunque a fronte di una precisa contropartita che falsava massicciamente le regole del gioco in uno dei settori-chiave di ogni democrazia. E cioè in quello della libertà d’informazione. Durò a dir poco otto anni, dal 1984 al 1992, fece di Craxi il socio di fatto della Fininvest, (e fu lo strumento) che ridusse le istituzioni italiane a una suburra dove tutto si poteva vendere e tutto comprare”. (9)
Dunque, la cosiddetta Seconda Repubblica viene creata sulla corruzione e sugli affari sporchi della Prima, comprese le torbide intrusioni massoniche per controllare le istituzioni ed impedire ogni cambiamento.
Certo, da sempre i partiti accontentano tutti: mafiosi, massoni, banchieri e delinquenti di vario tipo. Gli unici che non accontentano sono gli onesti cittadini.
Sia chiaro che qui si sta parlando dei partiti di oggi, ma non si vuole certo dire che quelli di ieri (la cosiddetta Prima Repubblica) fossero migliori: basti pensare a come la Dc raggirava e tessera intrighi con la mafia e con le autorità statunitensi.
Oggi l’inganno è più sbracato, scomposto, perché c’è la politica-spettacolo e abbiamo al governo un personaggio che mente in modo sfrontato, che ha avuto persino il coraggio di dire che Bush era un pacifista, che lui era al potere per altruismo e che la crisi è “stata inventata dalla sinistra”.
Ci troviamo in un momento storico unico: il potere si sente al sicuro e impone ai popoli ciò che vuole, persino governi mafiosi, e spaccia i fascisti per democratici.
Come diceva Primo Levi, "Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non solo col terrore e con l’intimidazione poliziesca, ma anche distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, diffondendo la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine."
Ma chiediamoci: togliendo mafiosi, dipendenti, tifosi e persone molto ricche, di quel 22% avuto da Berlusconi cosa rimarrebbe?
Notiamo che tutto questo accade in un contesto in cui non esiste più la vera informazione, e la Tv cerca in tutti i modi di rincretinire le persone. E se vi fosse una vera informazione cosa accadrebbe?
Se tutti capissero cos’è davvero il “terrorismo”, chi ha usurpato il potere finanziario e chi manipola i partiti, cosa accadrebbe?
Siamo sicuri che le persone starebbero tutte buone buone sul divano a guardare “I Cesaroni” o il “Grande Fratello”?
Siamo sicuri che molti italiani sono accondiscendenti con la visione che ha Berlusconi della vita? Con un uomo che consiglia a una donna disoccupata di “sposarsi un ricco” o che candida alle elezioni le sue escort? Un uomo che ragiona in termini di denaro e avvenenza fisica?
Questi sono personaggi creati dal sistema, sono caricature, non sono "esseri umani" veri e propri.
Certamente molti personaggi posti al vertice delle istituzioni altro non sono che maneggioni corrotti e resi apparentemente potenti. Se giudichiamo queste persone dai fattori esaltati dal sistema stesso – ricchezza materiale, posizione di prestigio o di potere apparente – possiamo commettere l’errore di attribuire loro caratteristiche erronee, come l’indipendenza e l’autorealizzazione.
I “fantocci” che il vertice di potere utilizza per controllare i popoli non sono altro che personaggi infami, che accettano qualsiasi compromesso per denaro e per sentirsi di valere più degli altri. Il “potere” che loro esercitano per conto di chi li assolda li priva della bellezza di vivere nell’autenticità e nei valori umani e morali. C’è chi li invidia ma, forse, se si riuscisse a capire la miseria umana che c’è nella loro scelta, l’invidia cesserebbe di esistere.
Se l’esistenza umana ha un suo proprio valore, al di là dei beni materiali, questi personaggi dovrebbero suscitare pietà o, forse, raccapriccio. Non occorre invocare concetti mistici o religiosi per ritenere importante il rispetto di valori come la solidarietà e l’integrità. Un uomo è “piccolo”, davvero “piccolo” (non di statura fisica) quando non è in grado di tener fede ai propri valori e si prostituisce al gruppo dominante, rafforzando ancora di più il suo potere iniquo.
Il problema centrale è che oggi le persone sono così assuefatte al sistema da non riuscire ad immaginare un sistema diverso, come se gli esseri umani non avessero alcuna capacità di opporre un altro assetto diverso da quello attuale.
Quello che è certo è che la gente è stufa di vedere i politici che fanno propaganda da Bruno Vespa ma che sono latitanti quando si tratta di affrontare le ennesime problematiche legate alla disfunzione dei servizi sociali o i problemi del mondo del lavoro.
La politica spettacolo si regge sempre meno in una realtà sempre più problematica.
Il periodo che stiamo vivendo è singolare: nonostante una pesantissima crisi che continua ad imperversare molti elettori non provano il senso di doversi affidare all’autorità.
Nella Germania del 1932, i tedeschi votarono per Hitler sicuri che affidandosi a lui non sarebbero rimasti delusi. Oggi, sempre più spesso si annunciano G8 o G20, ma la maggior parte delle persone non crede che dopo questi incontri le cose davvero miglioreranno. C’è sfiducia. Ma non c’è soltanto sfiducia. C’è come una profonda consapevolezza che qualcosa sta franando. La classe dirigente cerca inutilmente di essere credibile ma c’è disillusione, disincanto. E non ci stiamo riferendo alle persone che si informano sui siti indipendenti, che di solito sono meno inclini a sottomettersi acriticamente alle autorità.
Qui si sta parlando di persone comuni, che pur ascoltando telegiornali assurdi, e programmi televisivi demenziali si accorgono che oggi molte cose non possono più quadrare.
Pensate la differenza: ai tempi di Hitler non c’era ancora la pressione mediatica che c’è oggi, eppure le persone, sconvolte dalla crisi, si schierarono con Hitler. Oggi, c’è una pressione mediatica enorme, che mira a manipolare le opinioni e a condizionare tutti i nostri comportamenti, eppure, nonostante la grave crisi, la maggior parte delle persone è scettica, sente nel profondo del proprio cuore che il sistema non può garantire la soluzione a quello che esso stesso ha creato. Prova ne sia l’aumento dell’astensionismo elettorale (tranne nel caso di Obama ma si tratta di un caso che andrebbe trattato a parte) e le manifestazioni di protesta verificatesi in Francia, in Italia ,(10) in Grecia e in altri paesi.
Berlusconi ci vuole far credere che la maggior parte degli italiani è con lui per nascondere questa realtà. Si prodiga a far credere che quasi tutti gli italiani lo amano, e poi è costretto ad andare in giro circondato da numerose guardie del corpo.
Egli sa benissimo che sta perdendo consensi, dato che i suoi “collaboratori” lo avvertono di ciò, e probabilmente uno dei motivi (non l’unico) che sta spingendo il gruppo di potere a screditarlo per poterlo destituire potrebbe essere questo.
Smettiamo di chiedere agli altri come dovrebbe essere la nuova realtà, non chiediamolo ai leader di sinistra, e nemmeno a quelli di centro o di destra. Chiediamolo a noi stessi.
Abituiamoci a ragionare con la nostra testa e a trovare noi stessi le soluzioni che finora abbiamo chiesto ai truffatori assoldati dai partiti.
Questo avrà un impatto importante sulla realtà, infatti, una società fatta da individui autonomi è ben diversa da un gregge di pecore. La differenza è che gli individui autonomi non accetteranno mai di sostenere in alcun modo un sistema chiaramente disonesto e truffaldino.
Antonella Randazzo

Fonte:http://lanuovaenergia.blogspot.com
Link: http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/08/ce-da-riciclare-litalia-una-terza.html 20.08.2009
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“COSA SONO REALMENTE I PARTITI E COME CREANO DITTATURE MASCHERATE”
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NOTE
1) http://archivio.lastampa.it:80/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9358110
2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/06/03/polo-pigliatutto-all-incasso-il-governo-parlera.html
3) Guarino Mario, “Fratello P2 1816. L’epopea piduista di Silvio Berlusconi”, Kaos Edizioni, Milano 2001, p. 96.
4) Guarino Mario, op. cit., p. 107.
5) Guarino Mario, op. cit., p. 235.
6) Bossi Umberto, “Tutta la verità”, Sperling & Kupfer, Milano 1995, pp. 31-32.
7) Guarino Mario, op. cit., p. 256.
8) Guarino Mario, op. cit., p. 258.
9 Guarino Mario, op. cit., pp. 258-259.
10) http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-2/proteste-23-ott/proteste-23-ott.html
http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a8.11.26.19.46
PER APPROFONDIRE
De Lucia Michele, “Il baratto. Il Pci e le televisioni: le intese e gli scambi fra il comunista Veltroni e l’affarista Berlusconi negli anni Ottanta”, Kaos Edizioni, Milano 2008.
Giancarlo Bosetti e Mauro Bonocore (a cura di), “Giornali e tv nell’era di Berlusconi. Tutto quello che c’è da sapere sulla grande anomalia italiana” – Marsilio 2005.
Sisti Leo, Gomez Peter, “L’intoccabile. Berlusconi e Cosa Nostra”, Kaos Edizione, Milano 1997.