Della manifestazione in difesa della libertà di stampa italian style, avevo già accennato. E avrei voluto chiuderla lì. Ma viste le ultime novità, mi tocca – obtorto collo – tornarci sopra. E’ notizia di ieri che i vertici Rai hanno sciolto le riserve e nominato come nuovo direttore del Tg3, Bianca Berlinguer. Che – accidentalmente – è la figlia di Berlinguer Enrico, storico segretario del Piccì; lontana nipote dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga (cugino di babbo Enrico); e compagna di Luigi Manconi, diessino, ex sottosegretario del governo Prodi 2 e attualmente, tra le altre cose, collaboratore de “L’Unità”. Un’ottima scelta che garantirà la consueta dose di obiettività e di libera informazione in salsa Rai. E che serve a smentire – una volta e per tutte – quel ritratto dipinto magistralmente anni fa da Beppe Grillo – di una televisione pubblica infarcita di raccomandati, “figli di” e amici di giaguari vari.

Di più. La scelta di Bianca Berlinguer figlia di Enrico – che, per coincidenza e come ricorda “il Corriere della Sera”, ha fatto quasi tutta la sua carriera in quella Rai che, per alcuni, sarebbe ostaggio dei partiti; e che, per caso, alle kermesse piddine (tipo questa) partecipa spesso e volentieri – casca a fagiuolo. Perchè è per certo non solo un ottimo viatico, ma una prova del nove per la manifestazione per la libertà di stampa di domani. Manifestazione che – va ricordato – vede in prima fila giornalisti di “Repubblica” (editore: Carlo De Benedetti che disse, testuali parole, che del Piddì avrebbe preso volentieri la tessera numero uno); e “Unità” (organo del fu Piccì ora Piddì). Manifestazione che – sicuramente – porterà in piazza non solo le ragioni di chi si batte contro lo strapotere mediatico del Cavalier Silvio Berlusconi da Arcore. Ma anche quelle di chi condanna la pratica turpe della lottizazione e dell’informazione partitica e partigiana. Televisiva e non.

Insomma: chi scrive si aspetta che domani chi ha tuonato contro le denunce ingiuste (quelle di Berlusconi a L’Unità” e “Repubblica”) e contro gli “scondinzolii” del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, faccia sentire la sua voce forte e chiara. E saluti degnamente l’arrivo del nuovo direttore del Tg3. Perchè non si può parlare di libertà di stampa – cioè del diritto di tutti ad esprimere la propria opinione – senza battersi anche per una informazione libera (da pregiudizi e condizionamenti). Perchè non si può chiamare servi solo i servi degli altri. E perchè non si può fare una battaglia su regole e principi, applicando due pesi e due misure. Cioè – e parafrasando un detto antico – non si possono applicare regole e principi per i nemici; e interpretarle (amichevolmente) per gli amici.

Vero?

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