di
Felice Capretta
"Le cifre macro sono state migliori delle attese ma i problemi non sono spariti di punto in bianco"
Questo il commento di Stanley Nabi, vice presidente del grupo Silvercrest Asset Management, all’indomani della giornata del 15 Ottobre in cui il Dow Jones è tornato sopra quota 10.000, facendo trionfare di piacere gli affezionati lettori che teorizzano la ripresa e gettando nello sconforto i catastrofisti più accaniti.
10.000 punti, lo ricordiamo ai più, è lo stesso livello raggiunto dal Dow jones nel 1999: circa 10 anni fa.
Wow.
Naturalmente, a nostro avviso entrambi i comportamenti non sono equilibrati: la ripresa non è qui e l’economia non ripartirà domani grazie al solo fatto che il dow jones è sopra 10.000 (e non è un bel segnale che sia ai livelli del 1999!), mentre dalla parte opposta non è il crollo totale dell’economia che risolve lo stato di malessere di una persona, di una organizzazione, di un mondo intero.
Cio’ premesso, abbiamo visto strombazzare con gioia i risultati della Potentissima Goldman Sachs, che incurante della crisi è riuscita a triplicare il risultato del trimestre precedente, attestandosi a 3.19 miliardi di dollari di profit. JPMorgan, come Goldman Sachs, ha riportato un profit di 3.6 miliardi di dollari nello scorso trimestre.
Per contro, abbiamo visto meno attenzione sui risultati della non-morta Citigroup, che da un anno viene tenuta in vita artificialmente, dopo essere crollata sotto ai 5 USD per azione contro i 40 USD per azione dei tempi d’oro.
Citigroup ha infatti riportato una perdita di 0,27 USD per azione.
Anche Nokia, notizia di ieri, ha registrato la sua prima perdita netta dal 1996 pari ad un calo del 7%.
Il mercato ha comunque punito sia Goldman sia Citigroup con un ribasso delle loro quotazioni, segno che non c’e’ motivo di festeggiare granchè.
Tra gli altri segnali contrastanti, segnaliamo un balzo di +34.57 punti in ottobre, sui massimi di cinque anni, per l’attività manifatturiera della regione di New York.
L’inflazione in USA al netto di cibo ed energia è salita al 1,5% anno su anno a settembre, con un guadagno rispetto all’1,4% di agosto. Ha sicuramente aiutato il programma di incentivi alla rottamazione.
Sono saliti anche i prezzi degli hotel, il che è alquanto inconsueto nel bel mezzo del rallentamento della spesa turistica. Il prezzo del cibo è invece sceso e segna il primo declino su base annuale negli ultimi 40 anni.
Intanto il Corriere parla delle possibilità di morire a causa di un piercing sulla lingua.
Uhm.