“Ci chiedono: quale sarà la vostra linea politica? Rispondiamo: la Costituzione della Repubblica. Non è retorica ma drammatica realtà. (…) Il Fatto sarà un giornale di opposizione. A Berlusconi, certo, perché ha ridotto una grande democrazia in un sultanato degradante. Ma non faremo sconti ai dirigenti del Pd e della multiforme sinistra che in tutti questi anni non sono riusciti a costruire uno straccio di alternativa. Troppi litigi. Troppe ambiguità. E poi vedremo se Di Pietro riuscirà, davvero, a creare qualcosa di nuovo, liberandosi dei riciclati soprattutto al Sud”.

(Antonio Padellaro, Il Fatto quotidiano, 23 settembre 2009)

“Il Fatto Quotidiano sarà l’organo di stampa dell’Italia dei Valori e dintorni o sarà un giornale autonomo da tutti i partiti e da tutte le forze politiche?

Essere l’organo di stampa di chicchessia, partiti, politici, industriali o imprenditori vari, sarebbe un suicidio! Oggi la stampa in Italia è in difficoltà proprio perché indossa troppo facilmente casacche di scuderie fin troppo evidenti. Scuderie oltretutto non ricche di cavalli di razza, visto lo stato di salute non ottimo della nostra imprenditoria, economia e finanza.

E quindi?

E quindi noi saremo un giornale dei lettori, non di un partito o di un gruppo di pressione. Berlusconi ha berlusconizzato l’informazione, costringendo di fatto anche quella non al suo servizio a caratterizzarsi nei suoi confronti, e cioè contro. Noi vogliamo uscire da questa tenaglia stritolatrice non solo del giornalismo, e fare quello che dovrebbe fare qualunque giornale: informare i lettori senza paraocchi né condizionamenti”.

(Antonio Padellaro, intervista al blog “Giornalettismo”, 13 luglio 2009)

Saremmo veramente coglioni se facessimo il giornale di Di Pietro e dell’Italia dei valori avendo rinunciato al finanziamento pubblico.

(Antonio Padellaro, citazione tratta da “Europa”, quotidiano della Margherita, 23 settembre 2009)

Antonio Di Pietro è sempre più al centro di un vergognoso tiro incrociato di menzogne, intimidazioni, contumelie, a cui si dedicano con abnegazione i pasdaran berlusconiani – maestri dell’odio – e le suorine inciuciste del Pd, che alla sola parola opposizione intonano il “vade retro”! Il perchè di questa aggressione bipartisan è semplice: Di Pietro è ormai l’unico politico a ribadire alcune verità di fatto su cui è scesa la cappa di piombo del totalitarismo televisivo: dal carattere anticostituzionale delle leggi contro la giustizia alle frequentazioni mafiose di premier e più intimi sodali (…). Questa semplice POLITICA DELLA VERITA’ (maiuscolo presente nel testo originale, NdA) fa paura, perchè raccoglie consensi crescenti e può diventare punto di riferimento delle nuove generazioni (…). Questa situazione offre a Di Pietro una irripetibile opportunità, ma lo carica anche di una opportunità inesorabile. (…) Dar vita ad una nuova opposizione è un compito improcrastinabile. (…) Di fronte a tale compito, un mero congresso di rinnovamento, da parte dall’Italia dei valori, è meno di un’aspirina per curare un malato di cancro (ove il malato di cancro sarebbe il Belpaese, NdA). (…) Mi domando perchè Di Pietro ancora tentenni ancora, di fronte alla strada maestra dello scioglimento del suo partito dentro un crogiuolo da lui stesso proposto e che veda coprotagonisti i movimenti della società civile, le lotte sindacali che si moltiplicano, le nuove generazioni viola, la cultura “azionista” e la scienza “illuminista”. Caro Tonino, solo se avrai la lungimiranza di proporre questo Big Bang – per oggi, non per un fumoso domani – diventerai lo statista che puoi essere (…).

(Antonio Padellaro, Il Fatto quotidiano, 29 dicembre 2009)

P.S. Per la cronaca e per chi non lo sapesse: Antonio Padellaro è il direttore de “Il Fatto quotidiano”, giornale nato a settembre e che vede tra le sue firme di punta Marco Travaglio e Peter Gomez. Sempre per la cronaca e per chi non se lo ricordasse: Antonio Di Pietro aveva partecipato – unico politico – anche alla presentazione ufficiale del giornale, l’8 luglio scorso, a Roma. Quando si dice la coincidenza.

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