DI
MIGUEL MARTINEZ
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Come probabilmente saprete, il presidente degli Stati Uniti ha nominato una certa Amanda Simpson come consigliere del Dipartimento del Commercio.
Amanda Simpson (nella foto), ci raccontano sovreccitati i media, è la prima transessuale ad assumere un incarico governativo negli Stati Uniti, e già vediamo le opposte tifoserie animarsi a proposito. Come dice Notizie Gay:
L’annuncio ha spaccato in due l’America. Da una parte c’è la gioia dei progressisti, già mobilitati in tutto il paese per far approvare le nozze tra persone dello stesso sesso. Dall’altra l’ira dei conservatori, scandalizzati da ciò che definiscono “La nuova Sodoma e Gomorra Obamiana”.
Noi la pensiamo diversamente dai tifosi di entrambi gli schieramenti. A nostro modesto avviso, la signora Simpson dovrebbe godere di tutti i diritti attinenti alle sue scelte personali. Ma in galera, come criminale di guerra.
Amanda Simpson lavora da trent’anni nel settore bellico e da 23 alla Raytheon, dove fino a poco tempo fa svolgeva l’incarico di Vicedirettore per lo sviluppo della tecnologia avanzata.
Negli stessi giorni, Obama ha nominato un certo William Lynn vicesegretario alla Difesa, che in pratica significa che avrà il potere di decidere le spese che farà il Pentagono. Per nominarlo, Obama ha dovuto aggirare una legge che lui stesso aveva voluto contro le nomine politiche a responsabili di lobby private: William Lynn infatti è a capo della lobby ufficiale della Raytheon a Washington, ed è riuscito a far assegnare commesse alla Raytheon per 10 miliardi di dollari solo nel corso dell’anno passato. La motivazione della deroga di Obama: William Lynn avrebbe dimostrato le proprie capacità, tra il 1997 e il 2001, quando era responsabile della gestione finanziaria del Pentagono. In quegli anni, riuscì a ridurre le spese "non documentate" del Pentagono da 2,3 trilioni a 1,3 trilioni di dollari.
Riassumo: Lynn gestiva i soldi dell’intero sistema militare statunitense, dove anche alla fine della sua carriera era normale che 1,3 trilioni di dollari scomparissero in tasche imprecisate. Poi ha lavorato per uno dei principali contraenti del sistema militare, con l’incarico di usare i propri contatti per fargli avere dei contratti. Otto anni dopo, ritorna a gestire le spese del sistema militare.
Negli stessi giorni, Obama ha annunciato il nome del nuovo ambasciatore in Arabia Saudita: James B. Smith, ex-generale dell’aeronautica, passato a dirigente anche lui della Raytheon.
Anche qui troviamo un tipico passaggio: il militare che punta a un futuro impiego multimiliardario presso un’azienda privata sicuramente dedica gran parte del proprio impegno a farne gli interessi nell’esercito; passa per il privato e infine assume un incarico politico, inviato in un paese in cui il commercio di armi, il controllo del petrolio, la costruzione di basi militari, la vendita di armi e la caccia ai "terroristi" fa tutt’uno.
Se la Raytheon si assicura così una bella entratura nel mercato saudita, la nomina della Simpson le apre – o meglio, continua a tenerle aperte – le porte del mercato planetario. Mentre un complesso di aziende-satellite della Raytheon, della Boeing e della Martin-Lockheed gestisce gli interrogatori di Guantanamo, trasporta rapiti in giro per il mondo, organizza "listening posts" per spiare su cittadini di altri paesi, controlla direttamente il lancio di missili dagli Stati Uniti…
Il nome Raytheon è un ibrido anglogreco che significa " Luce dagli dèi", e rende bene le ambizioni di questa azienda, con 72.000 dipendenti nel mondo. Nata come tante piccole e pacifiche aziende tecnologiche, la Raytheon si è trovata sommersa di commesse e denaro durante la Seconda guerra mondiale. Finita la guerra, il governo degli Stati Uniti ha preso la scelta storica di non smobilitare. L’intera economia, e il sistema di spese statali, è stata così ricostruita attorno a un complesso politico, militare, mediatico, diplomatico, propagandistico e scientifico di cui persone come Amanda Simpson e William Lynn sono i perfetti rappresentanti.
In un’economia sempre più virtuale, il complesso militare-industriale (la definizione non proviene da qualche contestatore, ma da un profetico discorso di denuncia del Presidente Eisenhower) offre preziosi posti di lavoro, che permettono di controllare città intere, assieme agli eletti locali. Nel 1995, ad esempio, la Raytheon ha minacciato di spostare la propria sede principale dal Maine al Tennessee, se non veniva concessa loro una sostanziale riduzione delle tasse; ottenuta la riduzione con la promessa di tagliare di poco le spese per il personale, la Raytheon licenziò quasi un terzo della propria forza lavoro, aumentando proporzionalmente gli stipendi ai propri dirigenti, tra cui presumibilmente anche la signora Simpson.
La Raytheon si dedica soprattutto alla produzione di missili e affini, dai Patriot e Tomahawk alle bombe a grappolo. Iraq, Libano, Afghanistan, Gaza, non c’è strage in cui i prodotti Raytheon non abbiano dimostrato la loro efficacia. In questo campo, la Raytheon ha costituito una partnership con la Rafael, l’autorità privata/pubblica israeliana che gestisce e commercializza la produzione militare. Un tema, quello israelo-palestinese, su cui i portavoce della Raytheon hanno le idee chiare.
Come ebbe a dire Adam Cherill, Manager of Business Development della Raytheon il 18 novembre del 2002:
"Per meritare l’autodeterminazione, un popolo deve mostrare qualche forma di identità nazionale… quale organizzazione politica, istituzione sociale, letteratura, arte, religione o corrispondenza privata dimostra qualche legame tra il popolo palestinese e la Terra d’Israele?"
La Raytheon opera in stretto contatto anche con aziende non (direttamente) militari, come la Apple, con cui ha sviluppato un particolarissimo iPhone che dovrebbe servire specificamnte per identificare e permettere di uccidere insorti iracheni; ma il progetto principale al momento è il Universal Control System. Raytheon si è rivolto a designer di videogiochi per progettare questo straordinario sistema per l’omicidio a distanza.
La console, situabile ad esempio in una base in Nevada, permette di uccidere afghani con la massima comodità, seduti su un sedile rivestito in pelle e adattabile a "utenti individuali", che possono anche "controllare un sistema di riscaldamento e raffreddamento sopra le loro teste, semplicemente premendo un pulsante".
La console, ci assicurano è dotata di un "design ergonomico che migliora drammaticamente il conforto dell’operatore e l’efficacia operativa".
Inseguire e uccidere può richiedere tempo, e quindi la Raytheon offre una "seduta ergonomica con memoria per missioni prolungate".
Una dimostrazione quindi che la Raytheon ci pensa ai propri dipendenti, almeno quando non li licenzia. Fortune racconta come Raytheon sponsorizzi numerosi eventi gay e riconosca i diritti delle coppie gay tra i propri dipendenti. La motivazione non fa una grinza e spiega perfettamente come il politicamente corretto si possa coniugare con il terrore planetario. Con tutte le guerre presenti e future che l’azienda promuove,
“nei prossimi dieci anni avremo bisogno di qualcosa come 30.000 o 40.000 nuovi dipendenti", spiega Hayward Bell, il principale diversity officer della Raytheon. "Non ci possiamo permettere di respingere nessuno che sia dotato di talento".
Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
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