DI
VALERIO LO MONACO
ilribelle.com
Oltre a giornalisti di varie tv e quotidiani – il TG5, ovviamente, visto che Mediaset deve quasi tutto della sua fortuna proprio a Craxi, ha realizzato addirittura servizi speciali – si sono recati alla cerimonia di commemorazione del leader socialista anche vari esponenti politici e familiari. Come è normale che sia. Sicuramente per i familiari, un po’ meno per chi fa ancora politica attiva nel nostro paese, anche se le due cose, per i figli di Craxi, purtroppo coincidono.
Tra gli altri, numerosi esponenti del mondo socialista tra cui De Michelis, Boniver, Barani, Polverari, Battilocchio, Robilotta, Formica, Garesio, Zavettieri e Pillitteri. Ma soprattutto si sono recati sulla tomba di Craxi alcuni ministri del governo in carica. Ovvero ministri di tutti gli italiani. Tra questi, Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Renato Brunetta.
Beninteso, la dichiarazione – indispensabile, si fa per dire – di Stefania Craxi, in merito alla presenza dei ministri c’è stata: "i ministri italiani sono venuti a titolo personale". E infatti nessuno di loro ha letto messaggi sulla tomba.
Ora, anche se sono andati a titolo personale, chi ha pagato i viaggi dei ministri? Volo di Stato? Pare di no, ci tengono a precisare: "nessuno ha chiesto la missione". O volo Alitalia con tariffa di viaggio riservata a politici e ministri del governo italiano?
La questione, come s’intende, non è di lana caprina. Perché ha una portata simbolica oltre che meramente pecuniaria. Al di là del biglietto aereo, il punto è che ministri del governo italiano siano andati a commemorare un delinquente. Un ministro del governo italiano non può compiere a titolo personale degli atti che hanno rilevanza pubblica.
Il ministro Sacconi, addirittura, ha dichiarato che ritiene Craxi un "grande statista".
In merito a Craxi, alla opportunità o meno di intitolargli strade e piazze, e soprattutto alla menzogna di definirlo esiliato in molte tv e su molti giornali, invece come secondo la legge italiana di questo paese, ovvero delinquente morto latitante, abbiamo già scritto su queste pagine.
Sul fatto che ministri del governo in carica siano andati sino ad Hammamet, anche se a titolo personale, è invece lecito puntualizzare.
"Il conto", senza meno dal punto di vista simbolico e morale, lo hanno pagato gli italiani. Oggi rappresentati da esponenti politici che rilasciano dichiarazioni quanto meno sconcertanti.
Brunetta ha dichiarato che "è necessaria una riflessione a freddo su un uomo che ha fatto tanto per questo paese", e che vuole "un chiarimento, perchè ne va del nostro futuro e non si può costruire un futuro su basi fragili".
Quanto siano fragili queste basi, e soprattutto perché siano fragili, visto che i reati di Craxi sono accertati ormai da decenni, non è dato sapere. E ovviamente non lo sarà mai, poiché nessuno, tra i politici di oggi, cercherà mai di tentare di fare chiarezza su una vicenda che tentano invece disperatamente di nascondere e archiviare cambiando continuamente i termini della questione (esiliato-latitante).
Ancora più avvilente, come siamo abituati da tempo, il ragionamento di Bersani – a capo della sedicente opposizione che altro non è che una faccia speculare dello stesso marcio sistema -: "Non è il momento di gesti ma di consentire una riflessione storica e un giudizio più equilibrato su quella figura e quella vicenda".
Al di là delle dichiarazioni di rito, e del becero trattamento che alcuni media nazionali hanno riservato a un evento che non può e non deve essere pubblico, resta il fatto che una delegazione del governo di tutti i cittadini italiani sia andata, con i soldi dei contribuenti o meno, a rendere omaggio a un delinquente che ha derubato gli italiani stessi.
Se non ci indigniamo di questo, non lo faremo neanche quando qualcuno penserà di intitolare una strada a Bernando Provenzano. Intanto, per dare ancora più ufficialità all’evento, e per prepararci alla cosa, il nostro Presidente della Repubblica, Napolitano, riceverà la Fondazione Craxi martedì alle ore 17 al Quirinale. Anche questo un atto a titolo privato?
Valerio Lo Monaco
Fonte: www.ilribelle.com
18.01.2010
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