di

Felice Capretta

Eccoci alla seconda parte del GEAB, se avete perso la prima parte del GEAB 43 si trova qui.
GEAB n.43. Le 5 sequenze della fase di dislocazione geopolitica globale 2009-2013 (Bollettino Leap, traduzione di G.P. da http://conflittiestrategie.splinder.com/post/22404276#more-22404276 )
In questa fine di primo trimestre 2010, nel momento in cui sui fronti monetari, finanziari, commerciali e strategici, i segnali di confronto si moltiplicano a livello internazionale, mentre la violenza dello choc sociale della crisi si conferma nei grandi paesi ed insiemi regionali, LEAP/E2020 è in grado di fornire una prima sequenziazione anticipatrice dello svolgimento di questa fase di smembramento geopolitico mondiale.
Ricordiamo che questa fase può essere un preludio ad una riorganizzazione duratura del sistema internazionale soltanto se, da ora alla metà di questo decennio, le conseguenze del crollo dell’ordine mondiale ereditato della seconda guerra mondiale e della caduta della cortina di ferro, vengono interamente tratte.
Quest’evoluzione implica in particolare una rifusione completa del sistema monetario internazionale per sostituire il sistema attuale fondato sul dollaro americano con un sistema basato su una valuta internazionale il cui valore deriva da un paniere delle principali valute mondiali ponderate dal peso rispettivo delle diverse economie.

Con la pubblicazione l’anno scorso in questo stesso periodo su una pagina intera del Financial Times, alla vigilia del vertice del G20 a Londra, di un messaggio avevamo segnalato in questo senso che “la finestra di lancio„ ideale per tale riforma radicale si situava tra la primavera e l’estate del 2009, chiusa la quale il mondo si sarebbe trovato nella fase di smembramento geopolitico globale alla fine del 2009 (1).
Il fallimento del vertice di Copenaghen nel dicembre 2009, che mette fine a quasi due decenni di cooperazione internazionale dinamica su questo tema, sullo sfondo di conflitti crescenti tra americani e cinesi e di divisione occidentale sulla questione (2), è un indicatore pertinente che conferma tale vaticinio dei nostri ricercatori.
Le relazioni internazionali si stanno nel senso di una moltiplicazione delle tensioni (zone ed temi) mentre la capacità degli Stati Uniti di svolgere un suo ruolo di condizionamento (3), o anche meramente “di padrone„ dei propri clienti, è evaporato ogni mese un po’ di più (4). In questa fine di primo trimestre 2010, si può in particolare sottolineare:

  • il deterioramento regolare delle relazioni sino-americane (Taiwan, Tibet, Iran, parità Dollaro-Yuan (5), caduta degli acquisti di buoni del tesoro US, conflitti commerciali multipli,…)
  • i dissensi transatlantici crescenti (Afganistan (6), NATO (7), contratti fornitori US Air Force (8), clima, crisi greca,…)
  • la paralisi decisionale di Washington (9)
  • l’ instabilità senza tregua in Medio Oriente (10) e l’ aggravarsi delle crisi potenziali Israele-Palestina e Israele-Iran
  • il rafforzamento delle logiche dei blocchi regionali (Asia, America latina (11) e Europa in particolare)
  • la crescente volatilità monetaria (12) e finanziaria (13) mondiale
  • la preoccupazione rafforzata sui rischi sovrani
  • la critica crescente del ruolo delle banche US associata ad una regolamentazione che mira a regionalizzare i mercati finanziari (1) . ecc.…

Parallelamente, a causa dell’assenza di una ripresa economica (15), si moltiplicano i conflitti in Europa mentre negli Stati Uniti il tessuto sociale è puramente e semplicemente smantellato (16).
Se il primo fenomeno è più visibile del secondo, tuttavia è il secondo ad essere più radicale.
Il controllo dei mezzi di comunicazione internazionale da parte degli Stati Uniti permette di mascherare le conseguenze sociali di questa distruzione dei servizi pubblici e sociali americani derivante da un impoverimento accelerato della classe media del paese (17).
E questa dissimulazione è resa tanto più facile, a differenza dell’ Europa, perché il tessuto sociale americano è atomizzato (18): debole sindacalizzazione, sindacati settorializzati senza rivendicazione sociale generale, identificazione storica della rivendicazione sociale con atteggiamenti “anti-americani„ (19),… il fatto è che in entrambe le sponde dell’Atlantico (Giappone incluso), i servizi pubblici (trasporti collettivi, polizia, vigili del fuoco,…) e sociali (sanità, istruzione, pensioni,…) sono in via di smantellamento, quando non sono puramente e semplicemente azzerati; che le manifestazioni (20), a volte violente, si moltiplicano in Europa mentre le azioni di terrorismo domestico o di radicalizzazione politica(21) sono sempre più numerose negli Stati Uniti.
In Cina, il controllo crescente di Internet e dei mass media è soprattutto un indicatore affidabile del nervosismo crescente dei dirigenti cinesi per quanto riguarda lo stato della loro opinione pubblica. Le manifestazioni sulle questioni della disoccupazione e della povertà continuano a moltiplicarsi, contraddicendo il discorso ottimista dei capi cinesi sulla condizione della loro economia.
In Africa, la frequenza dei colpi di Stato è salita dall’anno scorso.
Ed in America latina, nonostante cifre macroeconomiche piuttosto positive, l’insoddisfazione sociale alimenta i rischi di cambiamenti politici radicali, come si è visto in Cile.
L’ insieme di queste tendenze sta formando molto rapidamente “un cocktail socio-politico esplosivo„ che conduce direttamente a conflitti tra componenti della stessa entità geopolitica (conflitti stati federati/stato federale negli Stati Uniti, tensioni tra Stati membri nell’Ue, tra repubbliche e federazione in Russia, tra province e governo centrale in Cina), tra gruppi etnici (aumento dei sentimenti anti-immigrati un po’ dovunque) e ricorso al patriottismo nazionale o regionale (23) per incanalare queste tensioni distruttive.

Il tutto si sviluppa sullo sfondo di un impoverimento delle classi medie negli Stati Uniti, in Giappone ed in Europa (in particolare nel Regno Unito e nei paesi europei ed asiatici (24) in cui le famiglie e le Comunità sono le più indebitate). In questo contesto, LEAP/E2020 valuta che la fase di smembramento geopolitico mondiale si realizzerà secondo cinque sequenze temporali, che sono sviluppate in questa GEAB N°43, cioè:

  • 0. Avvio della fase di smembramento geopolitico mondiale – T4 2009/T2 2010
  • 1. Sequenza 1: Conflitti monetari e scosse finanziarie
  • 2. Sequenza 2: Conflitti commerciali
  • 3. Sequenza 3: Crisi sovrane
  • 4. Sequenza 4: Crisi socio-politiche
  • 5. Sequenza 5: Crisi strategiche

D’altra parte, in questo numero, il nostro team presenta gli otto paesi che sembrano più a rischio della Grecia in materia di debito sovrano, avanzando la sua analisi dell’evoluzione post-crisi dell’economia finanziaria rispetto all’economia reale. Infine, LEAP/E2020 presenta le sue raccomandazioni mensili (valute, attivi,…), tra cui alcuni criteri per una lettura più affidabile delle informazioni nel contesto particolare della fase di smembramento geopolitico mondiale.
0) L’inizio della fase della dislocazione geopolitica globale: Q4 2009/ Q2 2010
(Grazie a Markozu di Informazionescorretta per la traduzione da questo punto in poi)
Passo1: controversie monetarie e shock finanziari – Q1 2010 / Q4 2012
“Guerre valutarie” causate da svalutazioni competitive, interventi aggressivi nei mercati valutari, fabbricazione di notizie ed informazione per spingere correnti speculative in una determinata direzione, …
Il recente attacco speculativo all’Euro, portato a termine dagli hedge funds e dalle banche di investimento di Wall Street e dalla City di Londra con il pretesto del debito Greco, non e’ altro che un primo passo in una serie di controversie monetarie che aumenteranno negli anni a venire.
La lotta Cinese-Americana sul cambio Yuan-Dollaro sara’ il “nodo centrale” in questo confronto monetario internazionale.

La Sterlina Inglese sara’ la vittima che cadra’ a partire da ora entro l’estate 2010, dopo l’elezione generale che probabilmente lascera’ il Regno Unito in una situazione tipo Grecia: il riconoscimento forzato post elettorale sullo stato delle finanze pubbliche che sono in realta’ infinitamente peggiori di quanto annunciato all’inizio della crisi.
La Svizzera gia’ opera una politica di svalutazione competitiva nei riguardi dell’Euro, gestita dalla Banca Centrale Svizzera.
Queste “guerre valutarie” si svolgeranno nell’ambito dei flussi di capitale e faranno in modo che un numero di paesi crescente, in particolar modo i paesi emergenti, seguano l’esempio del Brasile nell’imporre controlli sugli scambi di capitale che entra nel paese in modo da evitare speculazioni sul cambio della propria valuta.
Il FMI, gia’ indebolito nel 2009 dalla creazione di una sorta di FMA (Fondo Monetario Asiatico), viene sempre piu’ marginalizzato, con una chiara dichiarazione dei paesi dell’Euro zona dai quali viene “vietato” in Eurolandia.
Il tradizionale strumento di influenza di Washington, il FMI, sembra essere limitato sempre piu’ ai paesi nell’orbita geopolitica diretta di Washington nonche’ ai paesi piu’ poveri; un altro segno dello scioglimento dei nodi geopolitici in queste ultime decadi passate.
Il crescente sospetto sui motivi precisi delle banche di investimento di Wall Street (tra le quali il ruolo nella crisi Greca, altamente sospetto della Goldman Sachs e’ un esempio perfetto) ha equamente causato la sua esclusione da un numero crescente di accordi monetari e finanziari.
Cosi’, nel 2009, c’e’ stata una sola banca di investimento Statunitense tra le prime dieci a gestire l’assicurazione del debito nazionale di paesi Europei (ed era in ultima posizione); mentre negli anni precedenti le banche Statunitensi occupavano meta’ della lista.
Infine, tutte queste controversie monetarie destabilizzeranno il mercato degli US Treasury Bonds e di tutti gli asset denominati in dollari poiche’ essi riflettono un dubbio crescente, specialmente dei governi in Europa, Asia ed America Latina nei riguardi della moneta Americana e dei suoi giocatori, pubblici e privati.
(segue a breve la terza parte con le altre fasi)

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