L’UE DA IL VIA LIBERA AL "SERVIZIO DIPLOMATICO" SENZA DEFINIRE IL SUO FINANZIAMENTO
I ministri degli Affari Esteri dell’UE hanno dato il via libera politico definitivo al Servizio Europeo D’Azione Estera (SEAE), collocando la prima pietra affinché questo servizio diplomatico cominci ad essere una realtà a partire dall’1 dicembre. L’attenzione si concentra adesso sulle questioni di bilancio (ancora non definite) e nella battaglia per le posizioni all’interno della SAEA.
I ministri degli Affari Esteri dell’UE hanno approvato ieri (27-07-2010) formalmente l’organizzazione, struttura e funzionamento del futuro Servizio Europeo d’Azione Estera (SAEA), in modo che il nuovo strumento diplomatico dei 27 possa essere operativo prima della fine dell’anno.

L’alta rappresentante europea per la Politica Estera e la Sicurezza Comune, Catherine Ashton, si è congratulata per essere arrivata ”così lontana in soli 4 mesi”, che è il tempo impiegato per chiudere un accordo da quando ha messo sul tavolo la sua prima proposta sul Servizio Europeo d’Azione Estera.
“Adesso possiamo avanzare per creare un servizio europeo del XXI secolo, moderno, differenziato ed efficace”, ha segnalato. Secondo il suo giudizio, l’Unione ha bisogno di evolversi per difendere meglio i suoi interessi e valori in un mondo sempre più complesso e in continuo cambiamento.
Ashton ha anche sottolineato l’importanza di trovare rapidamente un accordo alle modifiche dello Statuto e finanziamento nonché gli emendamenti al bilancio 2010, in modo che la SEAE possa entrare formalmente in vigore in coincidenza con il primo anniversario del Trattato di Lisbona il prossimo 1 dicembre.
Da parte sua, il ministro degli Esteri belga, il cui Paese detiene in questo semestre la presidenza di turno del Consiglio dei ministri, Steven Vanackere considerato "fondamentale e storica" l’adozione del Servizio Estero Europeo anche se ha avvertito che non è sufficiente avere “una sola bocca o un sola voce” ma che c’è bisogno, soprattutto, “di dire sempre la stessa cosa”.
“Il contenuto è molto più importante del fatto di avere un’organizzazione come una diplomazia europea che permetta di avere una visione chiara su cosa l’UE vuole proiettare in termini di valori nel mondo”, ha dichiarato il ministro belga alla fine del Consiglio. “Avere un’organizzazione è una cosa, ma bisogna insistere sul bisogno che il contenuto sia coerente”, ha proseguito.
Mentre, il commissario responsabile delle Relazioni Istituzionali, Marco Sefcovic, ha parlato di “giornata storica” ed ha assicurato che la baronessa Ashton comincerà il processo di assunzione del personale prima dell’estate affinchè il servizio diplomatico sia esecutivo nel secondo semestre dell’anno. Tuttavia, Vanackere ha dato un’altra data, annunciando che “Ashton ha già programmato colloqui per alte cariche del servizio diplomatico europeo in settembre”.
In ogni caso, è stato confermato che il processo di selezione dei capi di alcune importanti delegazioni dell’Unione Europea nel mondo è già iniziato, come nel caso della Cina, Giappone, Brasile o il Sudafrica.
EQUILIBRI
Nella nomina si farà un esercizio di equilibrio geografico affinchè nessun paese si senta discriminato e si prevede una clausola di revisione per il 2013, casomai fosse necessario modificare il sistema. Al momento, fonti europee calcolano che il servizio conterà quest’anno su circa 1100 persone alle quali lentamente se ne aggiungeranno altre fino a raggiungerne 6000 ed anche 7000 membri.
La strada verso l’approvazione definitiva del Servizio Estero è stata spianata dopo l’accordo raggiunto lo scorso 21 giugno tra le tre istituzioni comunitarie dopo aver vinto le ultime resistenze del Parlamento Europeo, che esigeva un maggior ruolo dell’Eurocamera nel controllo della finanziaria e dare più peso agli interessi della Comunità.
La creazione del SAEA è contemplata nel Trattato di Lisbona per assistere l’Alto rappresentante nei suoi lavori e dare una maggiore proiezione alla diplomazia europea. Secondo lo schema approvato dai 27, il 60% del personale sarà composto da funzionari permanenti (provenienti dalle strutture del Congresso e della Commissione), per dotare di stabilità il servizio, ed un terzo sarà composto dagli stati membri.
Nella struttura del nuovo servizio s’integrerà la politica europea sulla sicurezza e la difesa; la gestione delle crisi, la pianificazione delle missioni civili ed il personale militare.
Il processo decisionale resterà in mano al Consiglio (quasi esclusivamente) e della Commissione (in determinate aree di minor peso politico). Avrà una natura sui generis separata dal resto delle istituzioni e godrà di autonomia nella gestione del suo personale e gestione del bilancio, separato dai conti comunitari. Le loro squadre lavoreranno in coordinamento con i servizi diplomatici degli stati membri.
A partire da dicembre, le delegazioni della Commissione Europea nel mondo passeranno ad essere delegazioni dell’Unione. Si prevede che più avanti offriranno servizi di consulenza.
ORGANIGRAMMA
Catherine Ashton ha presentato ai ministri un organigramma del Servizio d’Azione Estera, ma non ha dato nessun nome per queste posizioni.
“Questo organigramma è conforme a quello che noi difendiamo, con un segretario generale e due aggiunti”, ha affermato, da parte sua, il segretario di Stato francese per gli Affari Europei, Pierre Lellocuhe, durante una conferenza stampa.
E’ risaputo che il Governo francese sta spingendo con tutti i mezzi a sua disposizione per assumere la carica di Segretario generale del SEAE, e per questo ha già presentato un candidato, specificatamente per il suo attuale ambasciatore a Washington, Pierre Vimot.
Non è l’unico membro che ha già manifestato la loro intenzione di lottare per questi alti incarichi. L’Italia, ad esempio, si è anche proposta, anche se sembra impossibile che possa prendere l’incarico di segretario generale. E’ più fattibile che riesca ad ottenere qualche aggiunto allo stesso.
Quello che è chiaro è che le poltrone si venderanno molto care. Tra una cosa e l’altra, il Servizio Europeo d’Azione Estera, conterà su una ventina di incarichi di rilevanza, anche se quei 3(segretario e 2 aggiunti) saranno quelli che godranno di maggior visibilità e potere.

PROMESSA D’IMPARARE IL FRANCESE

La responsabile della diplomazia dell’UE ha anche approfittato DELla sua comparizione di fronte ai media per promettere che imparerà il francese durante le sue vacanze estive, ma ha declinato l’invito del Governo di Nicolas Sarkozy per fare un corso intensivo di lingue in un istituto vicino ad Avignone.
“Imparerò il francese durante le mie vacanze”, ha ripetuto Catherine Ashton, durante la conferenza stampa dopo la riunione dei ministri degli Affari Esteri dell’Unione. Anche se, in realtà, non ha spiegato come pensa imparare la lingua di Moliere.
Il segretario di Stato francese degli Affari Europei, Pierre Lellouche, ha buttato lì che anche lui sta imparando un’altra lingua dell’Unione, in questo caso il tedesco, e ha aggiunto quanto segue: “Posso assicurarvi che Catherine Ashton si spiega molto meglio in francese di quanto lo faccia io in tedesco”.
Di fatto, la stessa Ashton rispose in francese – anche se con difficoltà – ad una domanda di un giornalista gallese.
Quello che è certo è che la britannica è stata molto criticata nello Stato francese- molto sensibile alla questione della lingua nell’Unione a causa del continuo declino dell’uso del francese nella struttura comunitaria- per essersi espressa nella sua lingua, l’inglese. Da qui il suo annuncio che avrebbe sfuttatoo l’estate per migliorare le sue conoscenze sul francese è stato visto come un occhiolino verso quel paese, nel tentativo di allentare la pressione per le critiche ricevute dopo i suoi primi mesi del suo incarico.

Fonte: http://www.gara.net/paperezkoa/20100728/212455/es/La-UE-da-luz-verde-servicio-diplomatico-sin-pactar-su-financiacion
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA