di
Felice Capretta
Metro, il quotidiano distribuito gratuitamente ai pendolari nelle grandi città italiane, evita del tutto la notizia-bomba di ieri sullo IOR, il pio istituto opere religiose, la cassaforte del vaticano.
Il corriere dà poco spazio in prima pagina, Leggo osa il titolone, altri hanno comportamenti diversi, comunque la notizia esplosiva viene in massima parte data citando le due parole ufficiali dell’ufficio stampa del vaticano: Perplessità e Meraviglia.
Perplessità e Meraviglia.
Già.
Si dà il caso che la cassaforte del vaticano non è nuova a scandali enormi.
Pio Istituto Opere Religiose
L’unica banca al mondo che non rilascia ricevute (lo spirito santo non sbaglia mai i conti) è rimasta coinvolta nel caso Calvi, con il piissimo Marcinkus che ci ha rimesso la poltrona. Chi fosse interessato ad approfondire puo’ procurarsi l’interessantissimo film “I Banchieri di Dio” che ricostruisce gli eventi del Banco Ambrosiano e gli intrecci con lo IOR.
Questa volta l’inghippo nasce su una operazioncina da oltre 20 milioni di euro che dovevano passare di mano in mano con un bonifico.
Si tratta precisamente di 23 milioni di euro (!) sequestrati su un conto aperto presso una filiale romana del Credito Artigiano. Il Credito Artigiano ha esso stesso scoperto le carte per primo: dopo aver disposto la sospensione delle operazioni il 15 settembre scorso per cinque giorni, ha comunicato il tutto alla Procura di Roma.
In sostanza,il conto dello IOR da 28 milioni di euro (!) stava per essere rapidamente prosciugato con un bonifico da 20 milioni euro verso J.P. Morgan Frankfurt e un bonifico da 3 milioni di euro alla banca del Fucino.
Il tutto in barba alle nuove disposizioni antiriciclaggio in vigore dal 9 settembre. In particolare, si tratta di operazioni avviate senza l’indicazione dei soggetti per conto dei quali erano state disposte e senza i riferimenti agli scopi ed alla natura delle stesse.
Bonifici da 40 miliardi delle “vecchie” lire senza soggetto nè causale.
Ma si sa, lo spirito santo non ha bisogno né di carta d’identità né di motivazioni.
Perplessità e Meraviglia.
La procura non si ferma qui: sono in attesa di esser meglio esaminati anche i movimenti di un conto anonimo su cui sono depositati milioni di euro di proprietà delle casse vaticane, aperto presso la filiale romana di Unicredit di via della Conciliazione. In violazione di molteplici norme di molteplici codici (validi almeno sul suolo dello Stato italiano, di cui la Unicredit fa parte), i titolari del conto Unicredit sarebbero sconosciuti anche alla banca stessa, e si servirebbero di affidatari, il che rende le indagini più complicate.
D’altra parte, le vie del signore sono infinite.
Perplessità e Meraviglia.
I bravi ragazzi
I 23 milioni di euro depositati nella sede romana del Credito Artigianato Spa (Gruppo Credito Valtellinese) sono ora sequestrati e sono iscritti nel registro degli indagati della procura di Roma il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e del direttore generale Paolo Cipriani.
Ma chi è Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR?
Ex McKinsey come molti banchieri italiani, il suo primo posto importante fu alla Sige, la finanziaria dell’Imi che si occupava della gestione del risparmio. Qui conobbe Roveraro, con il quale poco dopo fondo’ la Akros (fino al 1992) fino a quando non assunse la guida di Santander, la prima banca del mondo ispanico.
E’ stato membro della Banca Sanpaolo Imi e della Cassa Depositi e Prestiti, ed ha insegnato finanza alla Cattolica di Milano. Si dice che sia stato l’ispiratore dell’enciclica economica di papa Ratzinger.
Non stupisce che sia editorialista di punta dell’Osservatore Romano.
E’ da sempre considerato vicino al segretario di Stato Tarcisio Bertone e all’Opus Dei, detta la “mafia bianca” dai detrattori, la potentissima setta integralista ed affaristica che vive in seno alla chiesa cattolica.
L’Opera
A proposito di Opus Dei, il suo patron, Escrivà de Balaguer, è stato santificato a tempo di record da Giovanni Paolo II.
Santo Subito, lui si, prima ancora che la frase venisse pronunciata per il papa polacco.
Chi volesse approfondire su quella specie di demonio che è Santo Escrivà e sulla sua setta integralistico-camorrista che risponde al nome di Opus Dei, puo’ procurarsi l’interessante libro “oltre la soglia: una vita nell’opus dei” di Maria Del Carmen Tapia, ex segretaria personale del santo demonio, sempre che riesca ancora a trovarlo in libreria.
Qualche accenno da wikipedia:
Secondo la teologa Adriana Zarri, Escrivà era "un personaggio davvero indecente". A sostegno di questa affermazione la teologa cita la testimonianza di una ex adepta tratta dal libro Oltre la soglia di Maria del Carmen Tapia.
In questo libro viene descritta la casa di Roma come una "sorta di fortezza medievale (…) a cominciare dalla porta principale che è blindata e non ha serratura esterna, aprendosi unicamente dall’interno".
In altri termini pare che da questa casa sia impossibile uscire senza chiedere il permesso.
Sempre nella stessa casa «Monsignor Escrivà aveva fatto piazzare microfoni (…) tutti collegati con la sua stanza». Inoltre si parla di pistole, trasporto di denaro, documenti segretissimi custoditi assieme a bottiglie di benzina, ecc.
Secondo la narrazione di Maria del Carmen Tapia ella riuscì a fuggire solo grazie ad un caso fortuito che le permise di telefonare all’esterno in un momento in cui non era sorvegliata.
La paura concreta era che avrebbe potuto essere internata per pazzia così come era successo ad altri dissidenti. Il distacco, comunque non fu affatto facile infatti «Monsignor Escrivà cominciò a camminare su e giù agitato, rosso, furioso, dicendomi: "non parlare con nessuno né dell’Opus Dei né di Roma (…) perché se vengo a sapere che parli male dell’Opus, io Josè Maria Escrivà de Balaguer, che ho in mano la stampa mondiale, ti disonoro pubblicamente".
E guardandomi negli occhi con una furia spaventosa, agitando le braccia, come se volesse picchiarmi, urlò: "(…) puttana porca!"».
La Zarri conclude che a suo giudizio Escrivà era "collerico e ambizioso", "aveva comprato un titolo nobiliare dal governo amico del dittatore Franco: governo in cui alcuni membri dell’Opus Dei ricoprirono cariche di ministri".
Santo Subito.
Tornando a Gotti Tedeschi, nella corsa al vertice dello Ior, batte’ sul filo di lana Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank. Perché non ci vuole un presidente qualunque per la banca del vaticano. Serve l’ex presidente della banca centrale del più importante stato europeo, o ancora meglio.
Gotti si e’ detto sempre convinto che dalla crisi si uscira’ puntando sull’etica e la famiglia.
La Famiglia.
Già.