Quando Schopenhauer scrisse la storica frase “Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzate; secondo: vengono violentemente contestate; terzo: vengono accettate dandole come evidenti”, si è dimenticato di spiegare un passaggio molto importante, che avviene nella terza fase: poichè coloro che “danno per evidenti” le nuove verità sono gli stessi che fino a ieri le contestavano con accanimento, costoro debbono trovare un modo per “allinearsi” alla nuova verità senza apparire in contraddizione con se stessi.
In altre parole, non potranno semplicemente dire “Sì, l’eretico aveva ragione”, ma dovranno scovare un “sì però”, di qualunque tipo, che gli permetta di salvare la faccia nel momento di doverlo riconoscere. Altrimenti sarebbero dei veri uomini, e non dei ”quaquaraquà”.
Chi ha visto “Il conformista” difficilmente potrebbe trovare un esempio migliore nel quale l’uomo – con la “u” minuscola – riesca a calpestare le proprie convinzioni, tradire i propri amici, e rinnegare il suo stesso passato, pur di restare a galla in una società che muta rapidamente sotto i suoi occhi.
Di solito sono i dinosauri, incapaci di adattarsi al nuovo ambiente, ad andarsene con un botto. I camaleonti invece riescono sempre ìn qualche modo a sopravvivere.
E’ presto per dire se questo accadrà anche con il caso Simoncini – l’eretico che osa sostenere di poter guarire il cancro …
… con il bicarbonato – ma bisogna riconoscere che certi indizi stanno diventando troppo ingombranti per essere ignorati.
Già lo scorso anno era uscita una rispettabilissima ricerca medica – “peer-reviewed”, ovviamente – che confermava l’efficacia del bicarbonato contro il cancro nelle cavie di laboratorio. Pesantemente ignorata dai detrattori di Simoncini – ancora troppo impegnati nella fase 2 della loro battaglia per riuscire a ragionare – la notizia di fatto confermava che l’oncologo romano tanto lontano dalla verità non dovesse essere andato.
Ma la notizia uscita ieri su Repubblica, rispetto a quella dell’anno scorso, è stata semplicemente clamorosa:
"Una molecola disorienta il cancro". E sulle terapie si punta sugli antiacidi.
È in grado – sono le conclusioni di uno studio pubblicato su Nature – di far ignorare ai geni del tumore il loro "manuale di istruzioni interne". Arginando così la diffusione della malattia. Ma sul fronte della ricerca non è tutto. In Italia sono partiti i primi due trial clinici per sostituire i chemioterapici con i farmaci per l’acidità di stomaco.
Il primo paragrafo dell’articolo così recitava:
ROMA – La ricerca guarda al tumore e continua a cercare possibili alterazioni genetiche in grado di originare il cancro. E a pensare a farmaci che, individuando queste modificazioni, interrompano la malattia. L’ultima novità in questo campo arriva da Nature: un gruppo di studiosi americani ha creato in laboratorio una molecola che, riuscendo a far ignorare ai geni del cancro il loro ‘manuale di istruzioni interne’, blocca la proliferazione delle cellule cancerose. Ma non è tutto, sul fronte della ricerca farmacologica dall’Istituto superiore di sanità arriva una notizia: i farmaci antiacidità, gli inibitori della pompa protonica e persino il bicarbonato, potrebbero sostituire la chemioterapia.
Notiamo innanzitutto come due notizie simili – la “nuova molecola” e gli “antiacidi” – vengano rimescolate in modo apparentemente casuale nello stesso articolo. Ma come – viene da domandarsi – fino a ieri il cancro era una malattia “incurabile”, oggi avremmo addirittura due soluzioni diverse per sconfiggerlo, e ne facciamo un articolo unico? Le due notizie non meriterebbero piuttosto un articolo di dieci pagine ciascuno?
No, non se l’intenzione è quella di far passare la vera notizia bomba – cioè la seconda – nel modo più naturale e impercettibile che esista, e cioè nascondendola fra le pieghe fumose della prima. Di “nuove molecole” capaci di bloccare la replicazione della cellula cancerosa infatti ne sentiamo parlare ormai da anni – parole tante, fra l’altro, ma risultati davvero scarsini – mentre il fatto che il bicarbonato possa addirittura “sostituire la chemioterapia” non è proprio una cosa risaputa a livello ufficiale.
Anzi, qualcuno forse ricorderà che un certo dott. Simoncini fu radiato dall’Ordine dei Medici Chirurgi, nel 2002, proprio “per aver somministrato bicarbonato a pazienti affetti da patologie neoplastiche a fini terapeuticì”.
Che cosa è successo, in soli otto anni, da aver cambiato così radicalmente lo stato delle cose?
E’ successo, evidentemente, che il camaleonte sta lentamente entrando in azione. Fingendo di dimenticare tutto quello che Simoncini va dicendo da più di vent’anni, l’oncologia ufficiale si appresta a “scoprire” ex-novo quella che evidentemente sta diventando una verità innegabile, e cioè l’efficacia del bicarbonato contro i tumori.
Prepariamoci quindi ai famosi “si però”, perchè non ci sarà assolutamente nessuno, fra i detrattori originali di Simoncini, che avrà l’onestà di riconoscere che il folle eretico avesse semplicemente ragione.
Avremo, ad esempio, quelli che diranno “si ma comunque lui sbagliava la diagnosi, perchè non è vero che sia la Candida a causare i tumori”. Pensate solo al paradosso momumentale che si presenterebbe in quel caso: un medico folle sbaglia a diagnosticare la causa dei tumori, ma imbrocca per caso la cura! Ci sarebbe da ridere per cinquecento anni consecutivi, specialmente di fronte al fatto che coloro che credono invece di aver individuato la causa dei tumori non riescono a trovare una cura nemmeno a pagarli. (Ma poi scusate, anche se risultasse che la causa è un’altra, che cosa è più importante: che Simoncini si sia sbagliato sulla causa, o che riesca comunque a curare il cancro?)
Eppure, vedrete quanti ex-detrattori di Simoncini si aggrapperanno a questa scappatoia o ad altre simili, con giri più o meno fumosi di parole, nel momento di compiere la fatidica transizione alla terza fase.
Il camaleonte, non dimentichiamolo, non riesce mai a provare vergogna per se stesso, poichè nel momento in cui muta la pelle cambia anche la “memoria interiore” di quello che lui è stato fino a quel giorno. E’ lì che avviene il vero tradimento della persona: quel buffo ramarro che ha stupidamente imprecato alla Luna per anni non è più lui, ma un altro, un “cretino qualunque”, del quale arriverà magari persino a prendersi gioco.
Nel frattempo, assisteremo quasi certamente alla scomparsa dal linguaggio parlato della parola “bicarbonato”, che verrà progressivamente sostituita dal termine “anti-acido” o consimili. Ne volete una dimostrazione? Nell’articolo originale di Repubblica il quarto paragrafo iniziava così:
“Il bicarbonato al posto dei chemioterapici. [Grassetto nell’originale]. I farmaci antiacidità, gli inibitori della pompa protonica e persino il bicarbonato, potrebbero sostituire la chemioterapia.”
Ma qualcuno deve essersi accorto che non si può dare troppo merito al bicarbonato – almeno non così apertamente – ed ecco che in serata il capoverso era già stato cambiato in questo modo:
Gli antiacidi al posto dei chemioterapici? [Grassetto nell’originale]. L’altra ricerca riguarda i farmaci antiacidità. Gli inibitori della pompa protonica generalmente adoperati per le ulcere gastriche potrebbero sostituire la chemioterapia.”
Nel giro di poche ore, il bicarbonato è diventato un “antiacido” generico, la frase “persino il bicarbonato” è scomparsa, e la “pompa protonica” è rimasta l’unica a fare concorrenza alla chemioterapia. Visto come si fa in fretta, ad adeguarsi ai tempi che cambiano?
Peccato che la frase “persino il bicarbonato” sia rimasta in qualche modo “impigliata” nel testo del primo paragrafo – forse il correttore, nell’agitazione del momento, non se n’è accorto – rendendo così ancora più palese l’intenzione di cambiare a posteriori le carte in tavola. (*)
Come dice il famoso proverbio cinese, “sè pegio la topa del buso”.
Massimo Mazzucco
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