Ma siamo sicuri che si tratti proprio di una bella cosa? E siamo sicuri che il vero obiettivo fosse la lotta ai trafficanti di cuccioli? Chi lo sa, forse potrebbe essere così, o almeno potrebbe anche essere che nelle intenzioni di molte persone impegnate a fare approvare questa legge ci fosse solo la volontà di lottare un traffico di poveri cuccioli indifesi, strappati precocemente alle loro madri, costretti a viaggiare per lungo tempo in cattive condizioni (pare che molti cuccioli muoiano durante questi viaggi).
Però a ben guardare questa legge si scopre che dietro il paravento della lotta a traffici decisamente crudeli oltre che illeciti, c’è la solita propaganda a favore delle vaccinazioni e dei microchip.
D’altronde bastava leggere l’intervento del ministro Frattini di qualche tempo addietro per vedere come ci fosse una grande preoccupazione che i cuccioli in arrivo in Italia avessero ricevuto le "adeguate" vaccinazioni nonché l’impianto del microchip. In tale nota (commentata positivamente dal presidente della LAV G. Felicetti) il ministro afferma di volersi adoperare presso l’Unione Europea perché si proceda ad una "revisione degli standard dei microchip per rendere possibile la completa e sicura tracciabilità degli stessi".
Adesso se voi davvero pensate che il ministro Frattini è un sia un tenerone amico degli animali potete anche evitare di porvi delle domande, ma se ricordate lo scarso impegno mostrato (al di là delle dichiarazioni di prammatica) in occasione della terribile morte di Daniele Franceschi magari vi sorgerà qualche legittimo dubbio.
Se poi pensate che il microchip impiantato in un animale può causare tumori ed altre malattie mortali, che i vaccini possono uccidere gli animali non meno che gli uomini, che i microchip vengono utilizzati anche per sofisticati scopi di controllo mentale, vi può venire il sospetto che qualcuno sta di fatto lavorando con fervore affinché l’inserimento di microchip negli animali da compagnia venga implementato al meglio e con mezzi sempre più raffinati, e non certo per fini benevoli.
Fermatevi a riflettere sul fatto che ne a voi ne ai proprietari della quasi totalità dei gatti e dei cani interessa che il proprio animale sia tracciato in modo completo e sicuro tramite un microchip che segnali ogni sua mossa, e che l’identificazione degli animali da compagnia si potrebbe effettuare benissimo come un tempo con la sola medaglietta al collo. Certo qualche animale disperso si potrebbe ritrovare grazie al microchip impiantato, ma è altrettanto vero che qualche animale soffrirà di sicuro a causa degli effetti collaterali dell’impianto del microchip, ed è difficile affermare che il gioco valga la candela, anche perché un animale disperso è certo meglio di un animale morto o gravemente ammalato.
Eppure che fa la LAV in occasione del terremoto a L’Aquila? Si adopera sicuramente per acquistare bene utili per gli animali colpiti dal terremoto, però non si può fare a meno di notare l’acquisto di 2 lettori di microchip.
Ne si può pensare che la tracciabilità di un animale (ovvero il fatto che se ne possano seguire gli spostamenti in tempo reale) possa evitare eventuali casi di aggressioni ai danni degli esseri umani, data l’imprevedibilità di tali fenomeni, e nemmeno si può pensare che il microchip impiantato in un cane o in un gatto possa servire a combattere il randagismo: il microchip identifica un animale né più e né meno di una placchetta o medaglietta identificativa, e di certo gatti e cani randagi non sono in grado di scambiarsi le targhette o di falsificarle, per cui è veramente nauseante leggere su siti "animalisti" o così detti tali di progetti di lotta al randagismo effettuati anche tramite l’uso del microchip.
Guardate in particolare l’associazione "animalista" (o cosiddetta tale) denominata lega nazionale per la difesa del cane che, a proposito di interventi concreti contro il randagismo, dopo avere ricordato "la morte di un bambino e il ferimento di altre persone in provincia di Ragusa, a fronte di eloquenti immagini viste non solo in Italia ma nel mondo" richiede "controlli a tappeto da parte delle Polizie municipali dell’obbligo di iscrizione all’anagrafe canina e microchip".
Insomma la solita strategia di manipolazione e distorsione delle notizie: un randagio col microchip non avrebbe aggredito? Non diciamo stupidaggini! Anzi possiamo persino avanzare il sospetto che alcuni animali coi microchip impiantati siano più sensibili alla manipolazione mentale tramite emissioni elettromagnetiche, e che certe aggressioni improvvise di cani contro il proprio padrone possano essere indotte da tale fenomeno.
A questo punto possiamo sospettare che tutto questo impegno a favore dell’impianto dei microchip negli animali domestici, spesso profuso da gente di buon cuore ed in buona fede, sia in realtà pilotato da alcuni poteri occulti al fine di:
1) abituare la popolazione all’uso del microchip
2) testare l’uso di questa raffinata diavoleria elettronica su cavie non consenzienti (gli animali), in vista di un prossimo impiego di massa negli esseri umani.
E come ciliegina sulla torta, anche se si parla di un fenomeno differente, è da notare che il presidente della LAV, in una sua recente nota afferma che il riscaldamento globale si combatte principalmente non mangiando carne. L’affermazione potrebbe essere vera se solo il CO2 o altri gas come il metano fossero davvero i responsabili principali dei cambiamenti climatici. La dura realtà invece è un’altra.
A costo di ripetermi insisto quindi nell’affermare che dopo avere visto gli ex dirigenti della Legambiente collaborare col proprio silenzio al varo di decreti che proteggono gli inquinatori, e dopo avere visto gli attuali dirigenti collaborare col proprio silenzio al peggiore inquinamento nella storia del mondo moderno, dopo avere visto quanto il WWF sia sostanzialmente della stessa pasta, ormai dovremmo essere ben consci di come tutte queste organizzazioni siano più o meno manipolate e/o infiltrate da persone legate ai poteri occulti.