DI
PINO CABRAS
megachip.info
Il vecchio «asset» dei creatori della Guerra Infinita è morto. La notizia dell’uccisione di Osama Bin Laden passa per il Pakistan, il Paese in cui c’è una tale compartecipazione tra servizi segreti e gruppi islamisti che la contiguità è così forte da rendere sempre difficile capire chi muove le proprie pedine. In un simile contesto ogni notizia diviene ambigua, e perfino ripetuta. Quante volte in questi dieci anni dall’11/9 dal Pakistan giungevano notizie sulla morte del grande spauracchio e della sua improvvisa ricomparsa, in barba e turbante?
Anche in Iraq non andava meglio: Abu Omar al-Baghdadi, un altro inafferrabile superterrorista, veniva ucciso e ricatturato per i media svariate volte.
Il sistema dell’oblio televisivo era sufficientemente rodato da consentire la farsa senza danno. L’immagine attuale del cadavere sfregiato di Osama, oro colato per i media, richiederebbe invece analisi per verificarne l’attendibilità. PeaceReporter l’ha fatto, e ha scoperto subito che l’immagine è un grossolano fotomontaggio. Non sarà l’unica rivelazione su questa operazione, possiamo starne certi.
Mentre ora esplode l’isteria nelle piazze americane in favore di Obama che accoppa Osama, preferiamo ricordare un concetto: «Al-Qa’ida è morta», ormai da molti anni. Lo affermava poco tempo fa Alain Chouet, l’uomo che ha plasmato l’antiterrorismo francese ai vertici dei servizi segreti di Parigi esattamente negli anni in cui Washington e Londra fabbricavano invece i miti e gli spettri che venivano periodicamente richiamati per giustificare la Guerra Infinita.
Milioni di morti dopo, la macabra rappresentazione sarà utilizzata per puntellare il traballante potere imperiale. Il premio Nobel della pace viene acclamato come uno sceriffo texano, e i media non avranno l’imbarazzo di trasmettere funerali di bambini in Libia, morti sotto le bombe del Nobel, perché saranno oscurati dalla notizia del Male estirpato.
Pino Cabras
Fonte: www.megachip.info
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