DI

IDA MAGLI
italianiliberi.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ evidente a tutti che stiamo andando verso la catastrofe. Ieri, 4 agosto, per la seconda volta nell’anno 2011, le borse europee sono state sospese a causa delle perdite senza freni dei listini. Alla fine è risultato che Milano ha perso il 5,6%. E’ altrettanto evidente, però, che i nostri leader, tutti, dai politici di governo a quelli di opposizione, dal Presidente della Repubblica ai sindacati, agli industriali, hanno deciso di lasciarci andare a fondo pur di non ammettere che la causa principale della situazione è l’unificazione della moneta, e riconoscere, quindi, che il progetto era sbagliato. E’ sorprendente che perfino Berlusconi, accusato di tutte le colpe possibili e immaginabili, non abbia fatto nemmeno un’allusione a questo problema, nel discorso tenuto alla Camera e al Senato proprio per illustrare la situazione economica del Paese.
Eppure ritornare a battere una moneta il cui valore sia correlato alla nostra economia è l’unica strada sana e ragionevole, non soltanto per noi ma per molti paesi dell’Ue, quali la Grecia, la Spagna, l’Irlanda, il Portogallo, visto che è evidentemente una finzione e una falsità che paesi finanziariamente così deboli siano titolari di una moneta apparentemente forte perché corrispondente, sotto il nome di “euro” al vecchio marco, anche se si chiama “euro”, una finzione e una falsità che i mercati e le Borse stanno “giustamente” distruggendo.
Si parla molto in questi giorni dell’aggressione all’euro da parte degli speculatori, ma si tace sui motivi per i quali questa speculazione sia capace di metterci al tappeto con tanta facilità. L’euro è una moneta fabbricata (“emessa”) da una banca che porta un nome truffaldino: si chiama Banca centrale europea ma gli Stati europei non vi hanno quasi nulla a che fare in quanto appartiene a privati cittadini: (banchieri ricchissimi che possiedono anche buona parte di altre banche come i Roschildt e i Rockfeller, re e regine anch’essi ricchissimi, quali la Regina d’Olanda Beatrice (una delle donne più ricche del mondo), la regina di Spagna Sofia, il re del Belgio Baldovino, la Regina d’Inghilterra Elisabetta II, ecc. L’euro, dunque, è un caso unico nella storia: non ha nessuno Stato alle spalle e di conseguenza nessuna entità istituzionale capace di garantirlo. Insomma, si parla tanto di debiti “sovrani” quando ci si riferisce ai debiti degli Stati in quanto sono gli Stati che sono “sovrani”, ossia hanno potere, territorio, autorità, popoli che da loro dipendono e che al tempo stesso ne garantiscono la sovranità; la Banca centrale europea non possiede ovviamente nessuna sovranità, così come non la possiede l’Unione europea, tutte e due, quindi, non legittimate a produrre e far circolare nessuna moneta. L’Ue è come l’Onu, come l’Unesco, un’organizzazione internazionale (come tale giustamente figura nelle enciclopedie geografiche, non fra gli Stati) e farebbe davvero ridere l’Onu, per esempio, se pretendesse di emettere una moneta valida per tutti gli Stati che vi appartengono. L’euro è perciò una moneta “finta” e non regge alla prova dei fatti in quanto nessuno può garantirla.
Pur non avendo minimamente alluso a questo problema, ce n’era però una testimonianza nel discorso fatto da Berlusconi per rassicurare i cittadini e le parti sociali di fronte alle perdite segnate dalla Borsa quando ha ricordato che “la metà dei titoli di Stato italiani sono nelle tasche degli Italiani”, ossia sono gli Italiani che li comprano. Fanno bene, dunque, quegli Stati (come per esempio la Cina) che riservano i titoli di Stato e le azioni delle imprese più importanti alla borsa nazionale e ai propri cittadini, impedendo così che, anche prescindendo dalla speculazione, ne possano diventare proprietari gli stranieri.
Esistono ormai molti siti web in cui si discute con passione e competenza della questione della moneta unica, se e in che modo uscirne. Soltanto i politici e i giornalisti continuano a fingere di poter ignorare queste discussioni. Ne segnalo qui soltanto uno fra i tanti, e lo segnalo per un motivo specifico e determinante: è quello di un Partito (“Io amo l’Italia”), ossia appartiene agli unici che hanno il potere di prendere decisioni: i Partiti. La nostra mirabile democrazia, infatti, ci permette di parlare, di discutere, di fare proposte all’infinito perché non possediamo nemmeno una briciola di potere: si fa soltanto quello che vogliono i politici. Per quanto riguarda, poi, l’Unione europea e la moneta unica, l’imposizione della volontà dei politici è stata analoga a quella degli Zar o dei più assoluti dittatori: gli Italiani sono stati chiamati ad obbedire e basta. Segnalo dunque il sito di Magdi Allam nella speranza che la presenza del presidente di un partito sia il segnale che il problema dell’euro sarà finalmente portato in discussione in Parlamento.
Mi permetto qui di fare soltanto una riserva ai contenuti della proposta: è indispensabile mantenersi esclusivamente nell’ambito della moneta unica e non sconfinare, come si fa nel sito, nella discussione sull’Europa, i suoi significati ideali, abbandonarla o meno. Uscire dall’euro e affrontare tutti i problemi che questo comporta: fissare il cambio, nazionalizzare la Banca d’Italia (che attualmente è di proprietà privata come quasi tutte le banche centrali dell’Ue) e autorizzarla a battere moneta; decidere in che modo comportarsi con il debito in mani straniere, ecc. è un’impresa difficile che richiede tutte le energie, la volontà e moltissimi sacrifici da parte sia dei politici che dei cittadini. Se si cede alla tentazione di discutere contemporaneamente anche l’uscita dall’Europa, ci si scontrerà con resistenze fortissime e non si riuscirà a uscire dall’euro in tempo per non essere seppelliti dal suo crac finale. Metto l’accento su questo punto esclusivamente in funzione delle probabilità che abbiamo di riuscire almeno a riappropriarci della sovranità monetaria. Il progetto di unificazione dell’Europa era talmente sbagliato fin dalle origini che, malgrado siano passati oltre sessant’anni dal suo inizio, non si vede altro che l’impossibilità della sua realizzazione, salvo che con la finzione. Sarebbe sufficiente guardare con un minimo di obiettività a come si presenta oggi, con la Francia che decide da sola le guerre e la Germania che comanda più di quando eravamo soggetti all’Impero asburgico per sapere che l’unione non esiste. Ma coloro che l’hanno voluto non lo ammetteranno mai, e non lo ammetteranno perché era proprio questo risultato che volevano, sotto le vesti di una finta unificazione. Nessuno più di Helmut Kohl era consapevole che la leadership della Germania bisognava camuffarla molto bene per non mettere paura ad un’Europa che, per vincerla, aveva dovuto chiamare in aiuto perfino la Russia e l’America. L’aveva detto chiaramente: “Dobbiamo legarci tutti come Lilliput con Gulliver”, soltanto che non aveva chiarito che le corde le avrebbe fornite la Germania.

Ida Magli
Fonte: www.italianiliberi.it
Link: http://www.italianiliberi.it/Edito11/non-si-puo-piu-aspettare.html