di
Corrado Penna
Come già evidenziato nell’articolo Una curiosa indiscrezione sugli attentati in Norvegia ed alcune strane coincidenze e come si evince dalla lettura degli articoli riportati in calce (a proposito, ne ho aggiunti parecchi in questi giorni per dare un quadro complessivo di cosa sia realmente successo) le complicità all’interno delle istituzioni e dei mass media della stessa Norvegia sono evidenti.
Innanzitutto il video di Anders Behring, realizzato prima degli attentati ed in cui egli preannunciava azioni criminali, che adombrava gli attentati era firmato con un nome (Andrew Berwic) pressoché identico a quello del presunto unico colpevole . E’ vero, era stato messo on line su youtube appena 6 ore prima, ma possibile davvero che un simile video non porti subito all’attenzione della polizia? Ricordiamo che (come segnala per esempio un articolo di sky): Nel video, in cui Breivik incita alla lotta all’Islam, si vedono immagini in cui il giovane indossa una muta e punta un’arma automatica e illustra nel dettaglio il suoi piano, spiegando che si sarebbe "vestito come un ufficiale di polizia" e che sarà "impressionante vedere le persone attonite".
In secondo luogo c’è la questione già segnalata sulla mancanza di indagine da parte della polizia riguardo alla materia prima con cui è stata costruita la bomba: pare che la polizia abbia sospettato qualcosa sul composto chimico utilizzato per realizzare l’esplosivo (spedito in Norvegia dalla Polonia) ma poi l’indagine si è bloccata. Anche se si attendono conferme su questa indiscrezione segnalata dal corriere della sera, c’è da chiedersi come mai certe ordinazioni internazionali di sostanze pericolose (fertilizzanti che si possono utilizzare per confezionare ordigni) possano passare inosservate.
Poi ci sono le indagini non troppo approfondite delle forze dell’ordine ed il ruolo passivo dei mass-media: nonostante le testimonianze degli scampati al massacro sulla presenza di almeno due uomini che sparavano sulla folla, si parla adesso di "sospetti che l’attentatore non abbia agito da solo"; per quanto ci riguarda più che di sospetti si tratta di una quasi certezza, ed abbiamo l’impressione che Behring sia una sorta di capro espiatorio (senza per questo negare il suo ruolo fattivo nell’esecuzione delle stragi).
Ed infine c’è la curiosa esercitazione antiterrorismo pochi giorni prima del vero attentato, esattamente come è successo già in occasione sia degli attentati dell’11 settembre negli USA che in occasione degli attentati del 7 luglio a Londra. Con la scusa dell’esercitazione si può mettere off-limit una zona più o meno vasta e far sì che l’accesso a tale zona sia permesso solo a poche persone di fiducia (che con quella copertura potrebbero fare indisturbate tutto quello che vogliono, persino deporre degli ordigni).
Come mai però, si può chiedere qualcuno persone norvegesi potrebbero tramare contro la propria popolazione fino ad organizzare un simile massacro?
Chi fa queste domande forse si dimentica che in Italia associazioni segrete (Gladio, P2), servizi segreti, e alcuni uomini di spicco delle istituzioni, hanno collaborato a realizzare diversi attentati; si tratta della famosa strategia della tensione, cui si ascrivono tra gli altri gli attentati sanguinari di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, stazione di Bologna, il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Tutto questo è avvenuto in base ad una orchestrazione in buona parte statunitense (la rete Gladio-Stay Behind è retta dagli USA) e quindi anche qui abbiamo uomini, veri e propri traditori della nazione, che uccidono i propri connazionali per perseguire losche finalità.
Tutto il mondo è paese e la storia si ripete sempre. Peccato che pochi imparino le sue lezioni.
Ma per capire fino a che punto in Norvegia sia dimostrabile la partecipazione di servizi segreti, forze dell’ordine, cariche istituzionali, ad un complotto contro i propri cittadini occorre volgere gli occhi al cielo, e ricordare che la Norvegia fa parte della NATO sin dalla sua nascita.
Qui sotto un aereo che rilascia scie, visibilmente non dai motori da da appositi erogatori posti sulla coda del velivolo ovvero che pruzza sostanze chimiche sulla testa degli cittadini norvegesi.
E qui un altro lungo video dalla Norvegia che mostra come si riduce il cielo dopo svariati passaggi di questi aerei che rilasciano nel cielo scie permanenti per ore: scie chimiche.
E allora c’è da chiedersi, questo governo norvegese che difende i palestinesi come mai non difende i norvegesi stessi dalle scie? La sua adesione alla NATO glielo impedisce? Possibile, ma come mai allora NESSUNO al suo interno si batte per la fuoriuscita dalla NATO? Perché nessuno denuncia il folle progetto di avvelenamento intenzionale dell’aria che respirano i cittadini norvegesi?
Possiamo davvero credere che i vertici del partito laburista norvegese non sappiano niente delle scie chimiche o che credano che siano necessarie contro il fantomatico Global Warming?