INVESTIG’ACTION SI ERA INCONTRATA CON LE VITTIME
FONTE: Michel Collon
L’Associated Press ha annunciato con freddezza il massacro di un gruppo di persone nere installate in un accampamento di fronte alla residenza presidenziale libica. Decine di corpi senza vita sono state ritrovati con le mani legate dietro la schiena. L’agenzia precisa che non erano dei combattenti. Michel Collon e la delegazione che si erano recate sul posto al mese di luglio avevano incontrato questi uomini che amavano la Libia. MICHEL COLLON :
"Ho incontrato queste persone all’epoca della mia missione a Tripoli. Ho potuto conversare con alcuni. Non erano per niente dei "mercenari" come pretendono di dire i "ribelli" e i media. Alcuni erano dei libici dalla pelle nera, una grande parte della popolazione è in effetti di tipo africano, gli altri erano cittadini giunti dai paesi dell’Africa nera e soggiornavano da molto in Libia. Sostenevano Gheddafi perché si opponeva al razzismo e perché trattava arabi e africani con uguaglianza.
Al contrario dei "ribelli" di Benghazi, noti per il loro razzismo contro i neri e che si sono resi colpevoli di atrocità spaventose e sistematiche fin dai primi giorni di guerra. Il paradosso è che la NATO pretende di portare la democrazia e che per questo si allea a una sezione libica di al Qaeda e ai razzisti sullo stile del Ku Klux Klan!" Tutta la squadra di Investig’Action è sconvolta da questa triste notizia.
Simon de Beer membro di Investig’Action nell’accampamento
Simon de Beer, storico, membro di Investig’Action:
"Alcune migliaia di africani neri vivono in Libia. Ho avuto l’opportunità di discutere con molti di loro, in particolare nel campo di Bab al-Aziziya. La maggior parte vedono in Gheddafi uno dei padri dell’Africa. Non esitano a paragonarlo a Lumumba e a Sankara. Ciò può sembrare stupefacente visto da uno straniero, ma non bisogna dimenticare mai che, nel più povero dei continenti, la Libia costituisce l’eccezione: la speranza di vita è di 75 anni; l’acqua, l’elettricità, le cure sanitarie e l’insegnamento sono gratuiti; un pieno costa appena più di un euro. Questo è il motivo per cui milioni di africani sostengono fortemente Gheddafi. Sono stato sconvolto dall’apprendere la notizia brutale della morte brutale di quelli che, in segno di solidarietà al regime, si erano accampati pacificamente davanti alla residenza di Gheddafi. Il loro assassinio è un atto barbaro e gratuito.
Come si può osare ancora definire i ribelli come forze "democratiche?"
L’indice di sviluppo umano secondo le Nazione Unite nel 2009.
In Africa, la Libia è l’unica che si avvicina ai livelli dei paesi sviluppati.
È la ragione per la quale molti africani vi emigrano per vivere e lavorare.
Mohamed Hassan, esperto dell’Africa con un capo africano.
Leggete la sua intervista a proposito della missione a Tripoli.
Tony Busselen, giornalista del Solidaire, partecipava alla stessa missione, qualche settimana fa:
"Le nostre foto mostrano che queste persone erano dei civili senza armi, c’erano anche molte donne e di bambini. Ho parlato con loro, erano davvero mobilitati contro la guerra e non comprendevano quello che voleva l’Europa.
Mi dicevano: "Ma qui, è un paese che funziona, le infrastrutture sono molto meglio che in Africa, è una cosa buona per noi, e l’Europa viene a bombardare! È incomprensibile. Erano molto motivati per difendere la Libia perché la potevano paragonare col loro paese di origine.
È veramente barbaro che si massacri queste persone disarmate legandole a due a due con le mani dietro la schiena; erano persone semplici, dei lavoratori venuti spontaneamente a difendere la loro nuova patria. Si tratta di terrore e ho visto delle foto degli stessi atti commessi a Bengasi dai "ribelli" che quindi lo praticamente diffusamente. Allora, quando vedo a Tripoli delle persone che "applaudono" i ribelli, penso che siano semplicemente terrorizzate. La Nato semina il terrore.
Un mercenario?
Dove sono adesso queste donne e questi bambini?
Ilse Grieten (INTAL):
"Quando vedo queste cose, non riesco a crederci. Avevamo sentito già tanti racconti di atrocità commessi dai ribelli, e queste sono le persone che sosteniamo e armiamo!?
Sono furiosa, ancora una volta, ogni giorno di più! Queste persone sono così oneste, centinaia di individui che rappresentano tanti paesi africani, tutti intorno alle loro tende, da mesi, convinti che bisogna sostenere Gheddafi e la Libia come un esempio per l’Africa. Li sento ancora dirci: "La Libia è la madre dell’Africa."
Ci mostravano concretamente l’unità africana. Volevano sempre prendere la parola per farci comprendere che si trattava di un attacco contro l’Africa e le sue materie prime. La Libia è la porta dell’Africa.
Spero che la loro voce alla fine verrà sentita. Perché la NATO e i ribelli hanno rifiutato questa proposta di pace dell’Unione Africana, composta da 53 paesi? Perché non ne abbiamo sentito parlare mai qui? Per loro, Gheddafi è un simbolo dell’unità africana, l’uomo che protegge dell’unità africana, l’uomo che la protegge dal saccheggio neocoloniale. L’uomo che ha fatto più per l’Africa che i dirigenti dei propri paesi. Pubblicheremo prossimamente le testimonianze di questi uomini e di queste donne.
Immagini dallo schermo di un video di Reuters che osa dire che non si sa ancora chi ha perpetrato questo massacro.
Le seguenti foto provengono da un account Facebook di sostenitori del CNT. I luoghi e date sono difficilmente definibili. Ma è certo che gli uomini arrestati non sono dei combattenti e vengono minacciati, assassinati addirittura proprio nel momento in cui pubblichiamo queste foto. Tutto grazie all’ONU, alla NATO, gli eletti europei e al loro sinistro inviato speciale, Bernard-Henri Levy, con il pretesto di proteggere la popolazione e di instaurare la democrazia.
Legittimazione del massacro da parte di Le Figaro:
Schiacciati verso la Porta Orientale, gli ultimi fedeli della Guida si sono sbarazzati della propria uniforme, hanno indossato abiti borghesi e sono scomparsi dentro Tripoli.
Alcuni sono stati fatti prigionieri, tra cui dei mercenari.
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Fonte: http://www.michelcollon.info/Massacre-de-Noirs-par-les-rebelles?lang=fr
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE