di
Corrado Penna
Il titolo dell’articolo sul quotidiano Il Giornale è già tutto un programma: un_microchip_nel cervello_gira_il film_del tuo_sogno
E’ chiaro che il sogno non viene "registrato" ma più che altro "intuito" sulla base di una serie di esperimenti che permetto di stabilire un nesso tra immagini percepite dal nostro occhio e ricevute dal nostro cervello, ed il monitoraggio dell’attività elettrica del cervello stesso. Insomma non stiamo parlando di tecniche infallibili, ma di interpretazioni di un linguaggio (quello dei segnali cerebrali) che potrebbe funzionare spesso ma non necessariamente sempre.
Il risvolto orwelliano di queste tecnologie, sbandierate come bellissimi progressi della tecnica dai potenziali risvolti terapeutici, sono che da una parte si potrebbero leggere i sogni (ed i pensieri), con perdita totale della privacy (la persona col chip impiantato non potrebbe tenere per sé nemmeno i propri sogni, pensieri, sensazioni), dall’altra che un ipotetico tribunale che applicasse tali metodi per sondare la sincerità di un teste o di un accusato, potrebbe:
a) prendere un granchio, interpretando scorrettamente i segnali del cervello
b) manipolare lo strumento informatico che fornisce il risultato per incolpare o scagionare a piacimento
Insomma, il tetro scenario delineato da Philip Dick nel suo Rapporto di Minoranza (Minority Report) sta per diventare realtà?
Ma leggiamo uno dei passaggi salienti dell’articolo citato:
Cercando di scendere sul concreto (e chiedendo scusa per le inevitabili semplificazioni) significa che «si potrà progettare neuroprotesi capaci di supplire ai deficit della demenza, dell’ictus o delle lesioni cerebrali traumatiche». Ma non finisce qui: «Potremo anche migliorare le funzioni cognitive, ad esempio potenziare la memoria o connettere direttamente con il nostro cervello data base di informazioni utili, o restituirle a chi le ha perse, grazie a circuiti che imitano il comportamento elettrico dei neuroni».
Connettere il nostro cervello a data base di informazioni esterne … non vi ricorda il film Avatar, o il meno recente film Nirvana del regista italiano Salvadores? E non vi sembra una pericolosissima possibilità quella di controllare il cervello con simili tecniche? La possibilità (eventuale) di realizzare neuroprotesi capaci di supplire ai deficit della demenza, dell’ictus o delle lesioni cerebrali traumatiche può giustificare lo sviluppo di questi orrendi ritrovati tecnologici? Una volta ottenuto un impianto di microchip collegato al cervello la persona che lo riceve potrà essere espesta ad ogni sorta di manipolazione, violazione, intrusione a livello della propria coscienza, dei propri ricordi, dei propri pensieri, dei propri sogni. Con quale coraggio si può pensare di barattare la vera natura dell’essere umano con questo orrendo Frankestein tecnologico in versione cyborg?
Discutendo con alcune persone di metodi avanzati di manipolazione mentale può capitare di venire derisi, ma di fronte a simili risultati con che coraggio le persone potranno in futuro ridere ancora di una "fantascienza" che sta diventando rapidamente realtà sotto i nostri occhi?
Informati sul microchip e non lasciare mai che te lo impiantino, il microchip impiantato negli animali ha causato tumori e decessi, impiantato negli esseri umani potrebbe trasformarli in obbedienti robot, esporli a possibili forme di vessazione e tortura. Leggi i seguenti articoli:
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