DI
AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
La ribellione spagnola è iniziata, prima e più decisamente di quanto mi aspettassi.
Come molti lettori avranno già saputo, il Premier Mariano Rajoy si è rifiutato categoricamente di adempiere alle richieste di austerità della Commissione Europea e del Consiglio Europeo (sequestrato da Merkozy).
Prendendo quella che ha definito una "decisione sovrana", ha semplicemente annunciato che intende di ignorare gli obbiettivi per il deficit dell’UE del 4,4% del PIL per quest’anno, fissando l’asticella al 5,8% (in calo dall’8,5% del 2011).
In venti anni trascorsi a seguire da vicino gli affari dell’UE, non ricordo un atto di sfida tanto audace e aperto da parte di uno stato. Di solito gli argomenti sono sfumati. Le nazioni arrivano al limite, ma non lo oltrepassano mai.
Con una condotta appropriata, il signor Rajoy ha comunicato lo scoop subito dopo il summit dell’UE, senza averlo prima notificato alla commissione o ai colleghi dirigenti dell’UE. E per questo è sembrato provar piacere nel buttare all’aria il libro delle regole e nel disconoscere l’intera struttura di controllo monetario dell’UE.
Ha sicuramente ragione nel prendere l’iniziativa. L’economia della Spagna si contrarrà dell’1,7% quest’anno con i suoi progetti modificati e la disoccupazione raggiungerà il 24% (o il 29% con il metodo di conteggio degli anni ‘90). Combinare tutto questo alla stretta fiscale maniacale – senza alcuna svalutazione compensatoria – è intellettualmente indifendibile.
Arriva un punto in cui una democrazia non può più sacrificare i propri cittadini per compiacere gli ideologhi reazionari che sono determinati a imporre le politiche di terra bruciata degli anni ’30. Ya basta.
Quello che sorprende è l’ondata di sostegno per il signor Rajoy che arriva dai commenti spagnoli.
Questo di Pablo Sebastián mi ha lasciato senza parole.
Una mia traduzione sommaria:
"La Spagna non è un antico paese che permetterà di essere umiliata dalla Cancelliera Tedesca."
"Il comportamento della Commissione Europea verso la Spagna negli ultimi giorni è stato infame e ha superato i limiti di potere del trattato […] questi eurocrati pensano che sono i proprietari e i padroni della Spagna."
"La Spagna e le altre nazioni nell’UE sono seccate per le intromissioni della Cancelliera Merkel e per l’usurpazione della Germania, con l’aiuto della Francia di Sarkozy e la loro pretesa ‘presidenza esecutiva’ che non esiste nei trattati dell’UE."
"Rajoy non deve arretrare di un millimetro. La posta in gioco è alta e il paese non può in alcun modo subire umiliazioni da una Cancelliera che sta facendo incetta di tutti i risparmi dell’Europa e che non ascolterà nessuno, come se fosse la despota assoluta dell’Unione. La Merkel e la Commissione dovrebbero pensarci a lungo prima di allungare le mani sulla sovranità di questa nazione – o di una qualsiasi altra – prima che se le brucino."
È questo l’umore in fermento di una nazione antica e fieramente orgogliosa nell’anno III della depressione, probabilmente la peggiore che il paese ha subito dal 1640, o me ne sono persa una?
Per quanto riguarda il "Fiscal Compact" è stato reso lettera morta dall’iniziativa spagnola.
Gracias a Dios. Se il testo dovesse entrare in vigore, le conseguenze sarebbero rovinose. Introdurrebbe l’Hooverismo nelle leggi dell’UE, e imporrebbe politiche contrazionarie senza il consenso dei parlamenti futuri, compreso un qualsiasi Bundestag. E per questo, probabilmente viola la costituzione tedesca.
Non potrà essere attuato in ogni caso perché le realtà politiche dell’UE stanno già mettendo i bastoni fra le ruote, e si intrometteranno sempre di più. Il presidente François Hollande of France lo farebbe a pezzettini.
Il Blocco Latino si sta svegliando.
Fonte: Spain’s sovereign thunderclap and the end of Merkel’s Europe
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE