di
Corrado Penna
Una innocua gara di corsa nell’isoletta dentro il lago d’Iseo (per fortuna nessuno è morto di attacco cardiaco a causa del bario)
. Però c’è una novità: ogni partecipante sarà fornito di un chip per rilevare i tempi e stabilire esattamente la classifica. </DIV="">
La "moderna" trovata lascia perplessi. Non si tratta di una corsa di 100 metri dove occorre cronometrare al centesimo i tempi per potere stabilire esattamente la classifica, ma di una corsa di 12.000 metri! Difficile pensare, per una corsa su un percorso di 12 km, ad una reale esigenza di cronometrare al millesimo di secondo i tempi delle partecipanti. </DIV="">
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Perché lo fanno allora? La risposta più logica è che si tratti di propaganda al microchip in sè: dopo essere riusciti ad infilarlo a forza in quasi ogni animale domestico, sembra proprio che vogliano infilarcelo a noi uomini. Non ci credete? Ne parla apertamente persino un libro di testo scolastico del progetto di utilizzare un microchip innestato nel corpo umano per sostituire carta di identità, bancomat e qualsiasi altra forma di documento di identificazione personale.
E’ il caso allora di ricordare le malattie mortali causate dall’impianto di microchip negli animali, il fatto che il microchip possa essere clonato e che quindi non garantisca nessuna ulteriore sicurezza (anzi può causare ulteriori rischi)
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Per non parlare del fatto che nei microchip è già implementabile la funzione che permette di uccidere a distanza e che i microchip sono stati più volte impiantati a forza e contro la loro volontà in vere e proprie cavie viventi che sono state vittime di torture inimmaginabili causate dall’uso di simili dispositivi, vedi il caso di Paolo Dorigo, documentato anche da alcuni servizi televisivi.
Per ulteriori approfondimenti leggi l’articolo: alcune scomode verità sui microchip impiantabili.